A Milano uno studio rivoluzionario: per la prima volta le immagini della materia oscura dell’universo

30/01/2025

Per la prima volta le immagini della materia oscura dell’universo

Materia oscura: ottenute per la prima volta immagini in alta definizione della “ragnatela cosmica”
Grazie a un innovativo studio condotto dall’Unità di Astrofisica dell’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, gli scienziati sono riusciti per la prima volta a ottenere immagini dettagliate della rete cosmica formata dalla materia oscura. Questa impresa è stata resa possibile dall’utilizzo dello spettrometro Muse (Multi-Unit Spectroscopic Explorer), installato nel Very Large Telescope dell’European Southern Observatory in Cile.

La struttura dell’Universo primordiale
Gli scienziati, dopo centinaia di ore di osservazione, sono riusciti a identificare una struttura cosmica risalente a un’epoca in cui l’Universo era ancora giovane. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy con il titolo “High-definition Imaging of a Filamentary Connection between a Close Quasar Pair at z=3”, apre nuove prospettive sulla materia oscura, che costituisce circa il 90% della massa totale dell’Universo.

Secondo il coordinatore dello studio, Michele Fumagalli, insieme a Matteo Fossati, la materia oscura, sotto l’effetto della gravità, forma una fitta rete di filamenti, attorno ai quali si aggregano le galassie più luminose. Questa rete cosmica rappresenta la struttura portante dell’Universo visibile, fungendo da canale attraverso cui il gas scorre e alimenta la nascita delle stelle.

Un’impresa resa possibile grazie alla tecnologia avanzata
Per anni, l’osservazione diretta di questa struttura è stata impossibile perché il gas presente nei filamenti emette una luce troppo debole per essere rilevata con gli strumenti precedenti.

Ma grazie alla sensibilità elevata dello spettrometro Muse, il team è riuscito a catturare immagini nitide della ragnatela cosmica, caratterizzando per la prima volta la forma di un filamento che si estende per circa 3 milioni di anni luce, collegando due galassie contenenti buchi neri supermassicci.

Lo studio, guidato dal dottorando Davide Tornotti, ha anche permesso di delimitare i confini tra il gas presente nelle galassie e il materiale diffuso nella ragnatela cosmica. Inoltre, confrontando le osservazioni con le simulazioni dell’Universo realizzate con supercomputer, è stato possibile verificare una forte corrispondenza tra i dati raccolti e il modello cosmologico attuale, confermando l’ipotesi della materia oscura fredda come elemento chiave nella formazione delle strutture cosmiche.

Un traguardo nella ricerca astrofisica
Dopo dieci anni di osservazioni profonde con Muse, questa scoperta rappresenta un traguardo importante nel campo della cosmologia.

Secondo Valentina D’Odorico, ricercatrice dell’INAF e co-autrice dello studio, che ha parlato all”Ansa  il risultato ottenuto corona un progetto decennale, dimostrando che le sovradensità individuate, insieme ai nuclei galattici attivi e ai filamenti che li connettono, sono in perfetto accordo con le previsioni delle simulazioni numeriche.

Grazie a queste scoperte, gli scienziati potranno approfondire la comprensione della materia oscura e della sua influenza nella formazione dell’Universo, aprendo la strada a nuove ricerche sul comportamento e la distribuzione di questa componente ancora misteriosa.

La ragnatela cosmica

 

 

 

 

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