
Eni, la svolta a fusione – Nel 2025 la realizzazione del primo reattore sperimentale
Eni, la svolta a fusione – Nel 2025 la realizzazione del primo reattore sperimentale
Eni, la compagnia petrolifera italiana controllata dallo stato, ha potenziato la sua collaborazione con Commonwealth Fusion Systems (CFS), uno spin-off del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, per accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione nucleare. Eni ha investito nel progetto nel 2018 e ha conservato una quota rilevante. Nel settembre 2021, CFS ha dimostrato che la fusione a confinamento magnetico ha un futuro, raggiungendo l’intensità di campo magnetico di 20 tesla, il più potente mai creato sulla Terra. Eni e CFS collaboreranno per sviluppare ARC, la prima centrale elettrica industriale da fusione, che dovrebbe essere operativa nei primi anni del 2030. La partnership si basa sull’approccio pragmatico e progressivo per ottenere l’applicazione industriale della tecnologia della fusione a confinamento magnetico nel prossimo decennio. L’energia da fusione nucleare garantisce una grande quantità di energia virtualmente inesauribile, pulita e priva di carbonio per generare elettricità e contribuire alla transizione dai combustibili fossili.
“Eni la svolta a fusione” – spiega Marco Pugliese, giornalista e analista: “Il 2025 è la data prevista per la realizzazione del primo reattore sperimentale: si chiamerà SPARC e sarà in grado non solo di gestire e confinare il plasma per creare le condizioni di fusione controllata, ma anche di sviluppare più energia di quella che assorbirà, dimostrando la fattibilità del progetto per raggiungere la fusione controllata. SPARC sarà cinque volte meno potente del tokamak a cui punta il progetto ITER (quello internazionale ubicato in Francia) ma sarà molto più piccolo e semplice da realizzare.
L’Italia ha le carte in mano per essere una potenza energetica globale in prospettiva 2030, decennio che aprirà alla space economy, la quale senza industria ed energia rimane una chimera buona per le serie tv.
Se vogliamo essere protagonisti dobbiamo crederci, serve anche farlo capire agli italiani a livello mediatico”.