A Milano addio smart working – L’80% dei lavoratori sono di nuovo in ufficio

Il lavoro in ufficio sta vivendo un ritorno significativo a Milano, con circa l’80-85% dei dipendenti e consulenti che lavorano di nuovo in sede, rispetto al 60-70% dell’anno precedente.

Questo trend contrasta le previsioni che avevano anticipato un declino dell’ufficio a causa dello smart working. La breve distanza casa-lavoro, con tempi di percorrenza di circa 30-40 minuti in media, è un incentivo per i lavoratori (specialmente per i giovani e per coloro che lavorano in team) ad andare in ufficio.

Stefania Campagna, responsabile dei mercati in Italia presso Jll, società di consulenza immobiliare, attribuisce questo fenomeno anche alla presenza di uffici centrali facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici e ben serviti. Le aziende si stanno adattando alla realtà dello smart working, con la maggior parte che ha stabilito un massimo di sette giorni al mese di lavoro da casa per ciascun dipendente, riorganizzando gli spazi con una diminuzione delle scrivanie e un aumento delle aree collaborative.

Questa trasformazione delle modalità di lavoro ha anche influenzato la geografia dei consumi nella città. Lino Stoppani, presidente dell’associazione dei pubblici esercizi milanesi, ascoltato da Repubblica, afferma che si sta assistendo a un ritorno importante delle pause pranzo fuori dall’ufficio e a una redistribuzione della domanda di ristorazione, non solo nelle zone vicine alle sedi aziendali, ma anche in quartieri residenziali dove alcuni appartamenti sono attrezzati per le riunioni da remoto.

Ciò si riflette anche nelle spese effettuate con i buoni pasto, che ora sono visibili anche in quartieri che precedentemente erano esclusi dal pranzo al bar o in trattoria. Nonostante il ritorno all’ufficio, si prevede che circa il 20% delle attività lavorative rimarrà svolto in modalità remota tramite telefonate e computer.