
Maserati in calo ovunque – Vendite sempre più rare (tranne che in un Paese): ecco la strategia della Casa del Tridente
Negli ultimi mesi i dati sulle immatricolazioni Maserati mostrano un trend sempre più evidente: la casa del Tridente continua a perdere terreno quasi ovunque. La direzione guidata da Jean-Philippe Imparato parla di una scelta consapevole, orientata alla rarità e alla redditività più che ai volumi. Eppure, osservando i numeri, il quadro appare come un rallentamento globale, con una sola eccezione sorprendente.
Tra gennaio e ottobre 2025 Maserati ha registrato poco più di 6.400 vetture nei principali mercati mondiali. Anche considerando le ultime settimane dell’anno, è improbabile che si arrivi a quota 8.000 unità: un livello che non si vedeva dal 2012. Il crollo è particolarmente evidente negli Stati Uniti, primo mercato del marchio, dove le vendite sono diminuite del 38%. In Italia, secondo bacino per volumi, la flessione è del 25%, mentre Giappone, Regno Unito, Svizzera, Australia e Turchia mostrano tutti cali compresi tra il 27% e il 42%. La Spagna perde il 18%, mantenendo comunque numeri ridotti.
In questo panorama a tinte scure, la Germania rappresenta l’unica nota positiva: +23% con 574 immatricolazioni. Un risultato trainato quasi interamente dal SUV Grecale, che sembra aver conquistato un pubblico insospettabile in un mercato notoriamente esigente e razionale.
La strategia impostata da Imparato punta a riportare Maserati a un’esclusività quasi di nicchia, con un target di 15.000-20.000 vendite annue, una gamma basata sulla piattaforma Giorgio e sull’evoluzione del V6 Nettuno, e una produzione più aderente agli ordini per ridurre i costi e migliorare la qualità percepita.
Il 2026 rischia di essere un altro anno di transizione: l’unica novità sarà la Grecale Folgore aggiornata, mentre il piano industriale verrà svelato solo a fine primo trimestre. Una vera inversione di tendenza non è attesa prima del 2027, con la redditività fissata come obiettivo per il 2028. Resta da capire se la strategia della rarità sarà sufficiente a evitare che l’esclusività si trasformi in marginalità.