
Milano – I dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di via Manin scendono in strada e protestano: “Non trasferiteci in periferia”
Milano – I dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di via Manin sono scesi in strada per manifestare contro il trasferimento: “Non trasferiteci in periferia”.
La protesta rappresenta un segnale forte dei lavoratori milanesi, che hanno partecipato a una partecipata assemblea straordinaria e a un corteo contro lo spostamento “obbligato”, conseguenza dello sfratto dalla storica sede di via Manin 25. Come evidenziato dal segretario generale UilPa Milano Giorgio Dimauro, l’iniziativa vuole stimolare una riflessione sul tema delle cartolarizzazioni e sulle ripercussioni che queste operazioni hanno sul settore pubblico.
L’intera rappresentanza sindacale (Fp Cgil, Cisl Fp, UilPa, Unsa, Flp e Usb) contesta la decisione della direzione regionale dell’Agenzia, che da gennaio intende dislocare circa 1500 dipendenti tra via Lorenteggio e via Frà Riccardo Pampuri. Le organizzazioni parlano di “Zone scomode e lontane”, sottolineando come le nuove sedi siano collocate in aree periferiche, scarsamente collegate con mezzi rapidi e con pochi servizi. Una scelta che, secondo i sindacati, rallenterà gli spostamenti quotidiani, aumenterà i costi per il personale e complicherà l’accesso ai servizi fiscali per gli utenti milanesi.
L’edificio di via Manin, costruito negli anni Trenta e affittato all’Agenzia, è destinato con ogni probabilità a diventare una struttura ricettiva, dopo che la proprietà ha confermato lo sfratto per orientare l’immobile verso attività più remunerative. Le ipotesi di soluzioni alternative sono tutte naufragate, alimentando la critica dei lavoratori che denunciano come lo Stato venga progressivamente spinto fuori dal centro urbano.
“È una scelta miope e autoreferenziale – affermano le sigle sindacali – che ignora i bisogni reali dei cittadini e di chi ogni giorno garantisce il funzionamento dell’Agenzia delle Entrate di Milano che ogni anno assicura un gettito aggiuntivo all’erario di oltre due miliardi di euro. Le organizzazioni sindacali chiedono l’apertura immediata di un tavolo di confronto con il vertice dell’Agenzia, per individuare soluzioni condivise e sostenibili, nel rispetto della dignità dei lavoratori
e del diritto dei cittadini a un servizio fiscale efficiente, accessibile e di qualità”.