
Italia a rischio estinzione – Crollo natalità: ecco fra quanti anni il nostro Paese rischia di ‘sparire’
Italia a rischio “estinzione”? Il calo delle nascite mette in pericolo il futuro demografico del Paese
Nel 2024 l’Italia ha registrato un nuovo record negativo di nascite: soltanto circa 370.000 bambini sono venuti al mondo.
Nel contempo si sono registrati circa 651.000 decessi, che determinano un saldo naturale fortemente negativo, con oltre 280.000 morti in eccesso rispetto ai nati.
Il tasso di fecondità — ovvero il numero medio di figli per donna — è sceso a un valore storico: 1,18 figli per donna, lontanissimo dai 2,1 necessari per mantenere stabile la popolazione. Questo incessante declino demografico si aggiunge a un fenomeno già in atto da anni e che coinvolge tutto il Paese: la popolazione residente si è assestata intorno ai 58,9 milioni a fine 2024, con un calo netto rispetto agli anni precedenti.
Se questa tendenza non viene invertita, le conseguenze tra due generazioni potrebbero essere drammatiche: si stima che la componente “italiana nativa” possa ridursi del 75% — ovvero, 3 cittadini su 4 potrebbero non avere discendenti diretti. Alcuni scenari prevedono che, nei prossimi 50 anni, la popolazione autoctona potrebbe scendere sotto i 23 milioni, meno della metà rispetto ad oggi. Se lo stesso ritmo continuasse per quasi un secolo, gli italiani “originari” potrebbero rappresentare soltanto il 12% dell’intera popolazione.
Alla base di questo tracollo non ci sono solo i numeri delle nascite, ma anche profondi cambiamenti sociali ed economici: sempre meno coppie scelgono di avere figli, l’età media al primo parto è aumentata, e le condizioni di lavoro e di vita rendono spesso difficile conciliare famiglia e carriera.
I dati sono allarmanti non solo per la demografia, ma anche per le implicazioni sociali ed economiche: con una popolazione sempre più anziana e pochi giovani, la sostenibilità del sistema pensionistico, la forza lavoro e i servizi alle famiglie rischiano di essere messi a dura prova.
Servirebbero immediati e incisivi interventi strutturali — politiche familiari serie, sostegni alla natalità, investimenti sul welfare, misure per rendere possibile conciliazione tra lavoro e vita privata — se si vuole evitare che l’Italia diventi un Paese “senza futuro”.