
Autostrade, nuovo aumento dal 1° Agosto? Scoppia la polemica e Fratelli d’Italia ritira l’emendamento: cosa è successo

Un intervento minimo, descritto da Matteo Salvini come “quasi impercettibile”, si è trasformato in un caso politico di rilievo. Il governo è stato costretto a ritirare un emendamento che avrebbe comportato un lieve rincaro dei pedaggi autostradali a partire dal 1° agosto. La proposta, contenuta in un emendamento al decreto Infrastrutture presentato da tutti i relatori della maggioranza, prevedeva un incremento di un euro ogni mille chilometri percorsi in autostrada – pari a un millesimo di euro per chilometro – da destinare direttamente all’Anas, l’ente che si occupa della gestione delle strade.
La misura e il suo scopo: 90 milioni per la manutenzione
L’intervento era stato pensato per reperire circa 90 milioni di euro, destinati alla manutenzione della rete viaria secondaria, in particolare le strade provinciali. Tuttavia, nonostante l’iniziale accordo tra le forze di maggioranza, la notizia dell’aumento ha immediatamente suscitato la reazione critica delle opposizioni e delle associazioni dei consumatori. Fratelli d’Italia, che pure aveva firmato l’emendamento, ha preso le distanze definendo la scelta «inopportuna», contribuendo a innescare un ripensamento dell’esecutivo.
Il passo indietro del governo
A seguito delle tensioni, Matteo Salvini – vicepremier e ministro delle Infrastrutture – ha chiesto formalmente il ritiro dell’emendamento, riconoscendo che la misura stava creando forti tensioni politiche e rischiava di danneggiare l’immagine dell’esecutivo. Dopo un confronto con la premier Giorgia Meloni, è arrivato l’annuncio ufficiale del ritiro. I relatori leghisti e di Fratelli d’Italia, tra cui Elisa Montemagni, Antonio Baldelli e Massimo Milani, hanno prontamente aderito, ritirando il testo nel corso della serata.
Pioggia di critiche dall’opposizione
L’opposizione ha colto l’occasione per attaccare duramente il governo. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha accusato Giorgia Meloni di voler colpire i cittadini proprio nel periodo estivo, quando molti si mettono in viaggio per le vacanze. Matteo Renzi ha parlato di una maggioranza “imbarazzante”, mentre Giuseppe Conte ha definito la proposta “l’ennesimo schiaffo agli italiani” da parte del trio Meloni-Salvini-Tajani, evidenziando che mentre si colpiscono i cittadini, si tagliano le tasse a grandi multinazionali e banche.
Le associazioni dei consumatori in allarme
Anche le associazioni dei consumatori hanno espresso forte contrarietà. L’Adoc ha denunciato l’iniquità della misura, sottolineando che gli automobilisti già sopportano pesanti aumenti nei costi del carburante e nel costo generale della vita. Secondo loro, l’emendamento andava a gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini, in un momento di particolare difficoltà economica.
Dettagli dell’aumento e nodi irrisolti
L’aumento previsto avrebbe riguardato il sovracanone dovuto all’Anas, una delle componenti che costituiscono il pedaggio autostradale insieme alla tariffa delle concessionarie e all’IVA. Nello specifico, il sovracanone sarebbe passato da 6 a 7 euro ogni mille chilometri per auto e moto, e da 18 a 19 euro per mezzi pesanti come camion e Tir. Su una tratta come quella tra Roma e Firenze, l’impatto sarebbe stato di circa 26 centesimi.
Ora che la proposta è stata abbandonata, resta aperta una questione pratica: dove trovare i 90 milioni di euro necessari per garantire la manutenzione delle strade gestite dall’Anas? La maggioranza dovrà individuare nuove fonti di copertura finanziaria per evitare ulteriori tagli o ritardi.