Caso Ferragni, fra Codacons e Balocco nessun accordo – Ecco perché la difesa dell’azienda è diversa

Diverse strategie difensive tra Chiara Ferragni e Alessandra Balocco nel caso “Pink Christmas”
Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, entrambe accusate di truffa aggravata nell’ambito del caso “Pink Christmas”, stanno affrontando le indagini con approcci legali differenti. Mentre Ferragni ha scelto di trovare un’intesa con il Codacons e di non opporsi alla multa dell’Antitrust, Balocco, rappresentante dell’omonima azienda dolciaria, ha preferito procedere con un ricorso e non ha raggiunto alcun accordo con l’associazione dei consumatori.

L’indagine riguarda la campagna promozionale natalizia del 2022 per il pandoro “Pink Christmas”, ideata da Chiara Ferragni in collaborazione con Balocco. La comunicazione suggeriva che parte dei proventi sarebbe stata destinata all’acquisto di un macchinario per la ricerca sui sarcomi per l’ospedale di Torino, ma si è poi scoperto che i fondi erano già stati stanziati in precedenza. L’Antitrust ha multato entrambe per “pubblicità scorretta”, mentre la Procura di Milano, supportata dalla Guardia di Finanza, ha avviato un’inchiesta per truffa aggravata, estendendo le indagini anche ad altre iniziative come le uova pasquali di Dolci Preziosi.

Le decisioni di Chiara Ferragni
Chiara Ferragni ha scelto di risolvere la questione evitando un contenzioso con l’Antitrust, accettando una multa di un milione di euro e siglando un accordo con il Codacons. Nell’intesa, Ferragni si è impegnata a risarcire i consumatori che avevano acquistato il pandoro “Pink Christmas”, con 150 euro per ciascuno di loro, e a donare ulteriori 200.000 euro a un ente concordato con il Codacons, preferibilmente dedicato al supporto di donne vittime di violenza. Questo accordo include anche il ritiro delle querele da parte del Codacons e dell’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi.

Diversamente, Alessandra Balocco e la sua azienda hanno deciso di difendere il proprio operato contestando la sanzione dell’Antitrust, pari a 420.000 euro, attraverso un ricorso al Tar. In una nota, il legale della Balocco S.p.A. ha ribadito la correttezza e la trasparenza dell’azienda nei confronti dei consumatori, manifestando fiducia nella magistratura e auspicando l’archiviazione del caso. Balocco continua a sostenere la regolarità della propria condotta e si prepara a dimostrare la sua posizione nelle sedi opportune.

Con la chiusura delle indagini, la Procura deciderà a breve se archiviare il caso o procedere con il rinvio a giudizio. La posizione delle due parti – Ferragni e Balocco – rimane chiaramente divergente: la prima punta su un risarcimento e un accordo, mentre la seconda difende la propria trasparenza e affronta il procedimento legale per contestare le accuse.