
Garlasco, Stefania Cappa “diffamata su coinvolgimento nel caso Poggi”: Le “Iene” condannate

Nel pieno di una nuova indagine sul delitto di Garlasco, torna alla ribalta il nome di Stefania Cappa, una delle due gemelle cugine della vittima Chiara Poggi.
Stefania, non indagate, è finita nuovamente al centro dell’attenzione mediatica a causa di un servizio trasmesso nel 2022 dalla trasmissione televisiva Le Iene. Il Tribunale di Milano ha stabilito che quel servizio conteneva elementi diffamatori nei confronti della donna, tanto da condannare per diffamazione aggravata sia l’autore Riccardo Festinese che il conduttore Alessandro De Giuseppe.
La puntata, intitolata “Speciale Le Iene, delitto di Garlasco, la verità di Alberto Stasi”, fu mandata in onda a maggio del 2022. Secondo i giudici, gli autori avrebbero insinuato una presunta partecipazione di Stefania Cappa all’omicidio della cugina Chiara, attribuendo credibilità a dichiarazioni rese anni prima da Marco Muschitta, un tecnico del gas.
“In particolare – scrive il quotidiano Repubblica che ha ricostruito la vicenda – ” “riportando le dichiarazioni al riguardo rilasciate all’epoca” da Marco Muschitta e “accreditandole sebbene ritrattate” perché “sarebbero state confermate da intercettazioni e altre deposizioni”. Senza “riferire”, scriveva la Procura, che “tali dichiarazioni erano state ritenute inutilizzabili dagli inquirenti e dai giudici”, tanto che “il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio del Muschitta per calunnia”. Nella trasmissione era stato detto, si legge ancora, che quelle dichiarazioni “formalmente parlando sono inutilizzabili”. Muschitta, tecnico del gas, all’epoca aveva detto di aver notato, la mattina dell’omicidio, una ragazza bionda, simile alla cugina di Chiara, allontanarsi dalla villa di via Pascoli in bicicletta, mentre teneva nella mano destra un attrezzo da camino, salvo poi nello stesso verbale ritrattare tutto, dicendo di esserselo inventato. Il processo che si è chiuso a fine aprile con la condanna per diffamazione (attese le motivazioni) dei due imputati – che da tempo seguono il caso Garlasco anche coi servizi più recenti – era nato dalla denuncia di Stefania Cappa, parte civile con gli avvocati Gabriele Casartelli e Matteo Bandello.
“Nella querela si faceva notare, in sostanza – si legge ancora su Repubblica – ” che nel servizio non fosse stato dato atto delle sentenze del gup di Pavia Vitelli, che assolse Stasi nel primo processo, e del Tribunale di Vigevano del 2011, che assolse Muschitta dalla calunnia. Sentenze che chiarivano, in pratica, facevano notare i legali di parte civile, come quest’ultimo fosse totalmente inattendibile. Anche in quella di assoluzione di Muschitta dalla calunnia nei confronti di Stefania Cappa si parlava di accuse che non avevano alcuna “serietà”.