Gli italiani detengono 200 miliardi di euro in paradisi fiscali: come affrontare il grave problema? La risposta del premier Meloni

05/01/2024

Gli italiani detengono 200 miliardi di euro in paradisi fiscali: come affrontare il grave problema? La risposta del premier Meloni

Sono quasi 200 miliardi di euro i soldi detenuti dagli italiani in paradisi fiscali, principalmente provenienti da attività legali.

Alla premier Giorgia Meloni è stato chiesto c su come il governo intenda affrontare questa situazione durante la conferenza stampa di fine/inizio anno.

Questa la risposta della presidente del Consiglio, alla domanda posta da MilanoFinanza:

“Io penso – dichiara Meloni – “che sul tema dei cosiddetti paradisi fiscali la materia vada affrontata a livello europeo, perché c’è una diversità, chiamiamola così, anche all’interno dell’Unione europea che con il mercato unico, le regole uniche eccetera e tutto quello che conosciamo secondo me produce obiettivamente un problema dei privilegi e delle discriminazioni.

Quindi, intanto bisognerebbe lavorare per far sì che le regole all’interno del mercato europeo su questa materia valessero per tutti e che non ci fossero Nazioni che lavorano per drenare gettito ad altre Nazioni che fanno parte dell’Unione europea. A livello nazionale chiaramente quello che noi possiamo fare è soprattutto lavorare per rendere la tassazione in Italia più competitiva e come lei vede abbiamo tentato di farlo e tentiamo di farlo con varie misure.

“Poi – aggiunge Meloni – “Mi corre l’obbligo di ricordare che noi abbiamo varato la riforma fiscale, che era una riforma attesa da 50 anni circa. Voglio ringraziare anche il MEF, in particolare il Vice Ministro Leo, per un lavoro estremamente veloce di affermazione, di stesura dei decreti che dipendono da quella delega, e stiamo cercando di disegnare un fisco diverso, un fisco che non disegni un rapporto tra uno Stato e un suddito ma il rapporto tra uno Stato e un cittadino. Un fisco che da una parte cerca di venirti incontro, di essere più comprensivo, in un rapporto che è più equilibrato e dall’altro chiaramente quando nonostante quella comprensione, nonostante quella disponibilità, dovessi cercare di fregare lo Stato italiano diventa più efficace. E io credo che questo sia, è parte di quel segnale che dicevamo prima sul tema degli investimenti, credo che questa sia una delle altre grandi cose che andavano fatte e che noi abbiamo fatto per cercare da una parte riportare investimenti e da una parte evitare che le risorse vengano drenate da sistemi che sono più competitivi del nostro. Ed è un lavoro sul quale bisogna andare avanti”.

“Penso anche – conclude la premier – che alcuni segnali che abbiamo dato in tema di tassazione in rapporto al mercato del lavoro siano importanti perché uno dei principi introdotti all’interno della manovra di bilancio in questo caso, quello del più assumi meno paghi, cioè più è alta l’incidenza di manodopera che hai in rapporto al fatturato meno tasse paghi, sia un altro segnale importante di attenzione in questo caso al mondo produttivo ma anche al mondo produttivo in rapporto al lavoro che produce sul territorio che è secondo me altra materia che non dobbiamo mai dimenticare, anche se mi scuserà sono finita fuori tema, ma fondamentalmente credo che da una parte bisogna uniformare, combattere i paradisi fiscali a livello europeo, e dall’altra bisogna continuare a rendere il nostro sistema fiscale più competitivo”.

 

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