I luoghi paurosi e ‘maledetti’ di Milano. Ecco l’itinerario da paura in città: 10 percorsi, fra fantasmi diavoli e streghe

27/10/2023

I luoghi paurosi e ‘maledetti’ di Milano. Ecco l’itinerario da paura in città, fra fantasmi diavoli e streghe

Ecco il percorso tra piazze, chiese, parchi, palazzi storici all’inseguimento di fantasmi e storie del terrore. E i brividi correranno lungo la schiena. I 10 posti più aurosi e maledetti della città nella classifica di Yes Milano, la guida cittadina del Comune di Milano.

1. Piazza Vetra e i roghi delle streghe
Tutte le città più antiche ed importanti hanno un luogo “maledetto”: quello dove venivano eseguite le pene capitali. Quel luogo a Milano è Piazza Vetra, che si trova dietro l’antica Basilica di San Lorenzo. Il suo nome deriva forse dal fatto che in questa zona lavoravano i conciatori di pelle, detti “vetraschi” perché raschiavano le pelli con dei pezzi di vetro.

Nonostante da qui si goda una vista meravigliosa sul retro della chiesa, chi vi arrivava attraversando per l’ultima volta il canale della Vetra (oggi sotterrato) certo non poteva godersi il panorama.

Qui venivano bruciate le streghe e i condannati dalla Santa Inquisizione di Milano. La prima “strega” punita fu Sibilla Zanni nel 1390, e le ultime esecuzioni per questo reato furono nel 1641.

Qui venivano puniti i popolani accusati anche di altri gravi reati, come ad esempio Gian Giacomo Mora – che lavorava come barbiere nel quartiere San Lorenzo – e il suo amico Guglielmo Piazza, entrambi accusati di essere untori e diffondere la peste. Di loro racconta Alessandro Manzoni nel saggio Storia della colonna infame: la colonna in questione fu eretta nel luogo dove sorgeva la bottega del barbiere, rasa al suolo dopo la sua condanna.

Le esecuzioni andarono avanti fino all’Ottocento, quando vennero abbandonate e la piazza divenne una semplice piazza come tante altre in città.

 

Ma la sua storia non è ancora finita: appare infatti in una canzone popolare cantata ancora oggi legata alla malavita milanese, la Ligera, in cui si piange la morte di una giovane prostituta che lavorava proprio in questa piazza, la Rosetta, che morì, si dice, a causa delle percosse della polizia.

 

2. San Bernardino alle Ossa e la danza macabra

Dove: Piazza Santo Stefano

Decorazioni fatte con teschi e vertebre, stipiti delle porte incorniciati da femori e ulne… sembra il set di un film dell’orrore o la casa della Famiglia Addams, ma in realtà è una delle chiese più strane e sorprendenti di Milano: l’Ossario della Chiesa di San Bernardino alle Ossa. E’ vicinissimo al Duomo, quindi se siete in vena di una visita strana e indimenticabile, fateci un salto.

 

Uno stretto corridoio subito alla destra dell’ingresso della chiesa permette di accedere alla cappella ossario.

Le pareti sono quasi interamente ricoperte di teschi e ossa, disposti nelle nicchie, su cornicioni, pilastri e porte. Le ossa costituiscono anche le decorazioni delle pareti. I resti appartengono probabilmente ai morti dell’ospedale del Brolo dedicato alla cura dei lebbrosi, ormai distrutto, e alle salme traslate dai cimiteri seicenteschi soppressi.

I teschi chiusi nelle cassette sopra la porta d’ingresso sono quelli dei condannati a morte.

 

Secondo una leggenda, il 2 novembre, giorno dei morti, una bambina, i cui resti si trovano presso l’altare dell’ossario, torna a vivere trascinando gli altri scheletri in una danza macabra.

3. Pinacoteca Ambrosiana e il suo illustre fantasma
Dove: Piazza Pio XI, 2

 

Alla Pinacoteca Ambrosiana, accanto a capolavori immortali come La canestra di frutta di Caravaggio e il Codice Atlantico di Leonardo, è custodita una lunga ciocca di capelli dorati di Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara, all’interno di una preziosa teca. Durante l’Ottocento divenne una sorta di reliquia, una passione feticista, richiamo di numerosi letterati e poeti che passavano da Milano, come Lord Byron e Gabriele D’Annunzio.

 

La leggenda narra che la notte dei morti il suo spirito scivoli lungo i corridoi e le sale della Pinacoteca alla ricerca della teca che contiene la sua ciocca di capelli, arma di seduzione e simbolo di vanità. Una volta trovata, la lava e la pettina come faceva quand’era in vita; per questo motivo, quindi, è ancora oggi bella, morbida e lucente.

4. Il primo serial killer in via Bagnera
Anche Milano ha il suo Jack lo Squartatore, e la scena dei suoi delitti è una stradina che è di per sé perfetta per un film horror: Via Bagnera. È una stradina nel centro di Milano (pare sia la più stretta della città!) dove Antonio Boggia, il primo serial killer di Milano, a metà dell’Ottocento aveva occultato i cadaveri di tre vittime in una cantina.

 

Antonio Boggia viveva al numero 2 di via Nerino ed era un fochista, e tutti lo descrivevano come un uomo tranquillo, normale. Quando iniziò ad armeggiare con mattoni e sabbia in via Bagnera, destò il sospetto di un anziano contabile che sapeva delle sparizioni delle persone che stavano avvenendo in quel periodo. Lo seguì, ma Boggia lo scoprì e lo colpì con un’ascia. L’anziano uomo riuscì però a salvarsi e a scappare, e a far rinchiudere in manicomio criminale per qualche tempo il serial killer.

A far imprigionare definitivamente Boggia in carcere, un po’ di anni dopo, fu la scomparsa di una vedova, trovata decomposta murata nel sottoscala del suo appartamento, dove il killer stava lavorando come muratore.

Da successive indagini furono poi trovati altri tre cadaveri nella cantina in via Bagnera.

 

Attenzione quando percorrete questa via… i muri potrebbero raccontare cose spaventose!

5. Il fantasma della Dama in nero in Parco Sempione
Quante scene dei film di paura sono ambientate in parchi di notte, con la bruma che sale e crea quell’atmosfera di tensione? Anche Milano ha il suo parco infestato, e non è uno qualsiasi: è Parco Sempione, dietro il Castello Sforzesco.

 

In città si racconta del fantasma di una dama in nero, o Dama Velata, che dalla fine dell’Ottocento compare più volte all’angolo con Via Paleocapa. E’ una donna bellissima, coperta da un lungo velo nero fino ai piedi, che profuma di violetta e richiama i giovani sprovveduti che si aggirano per il parco nelle fredde notti di nebbia e li porta in un misterioso palazzo ai bordi del parco. Qui, dopo averli sedotti, rivela, togliendo il velo, un volto che è solamente un macabro teschio.

 

Chi è riuscito a fuggire, o è impazzito o non è mai riuscito a ritrovare la misteriosa villa dove era stato portato.

6. Le tombe del Cimitero Monumentale
Dove: Piazzale Cimitero Monumentale

 

Nella top 10 dei posti paurosi rientra sicuramente il cimitero. Come possiamo quindi non inserire qui il cimitero più bello di Milano? E’ il Monumentale, un vero e proprio museo a cielo aperto. La maggior parte delle tombe sono state create dai più grandi artisti che hanno lavorato a Milano, quindi vi consigliamo di girare per i suoi viali ammirando immagini paurose e struggenti.

 

Vi segnaliamo una tomba che bene si adatta al tema di questo itinerario: è la tomba Rossetti, in cui i due coniugi rappresentati seduti su due scranni… sono senza testa. In realtà questo è stato causato dai bombardamenti della II Guerra Mondiale, che hanno fatto saltare le teste delle statue mantenendo intatto il resto!

 

Sul sito ufficiale del Cimitero Monumentale potete trovare numerosi percorsi da seguire per esplorare i 250.000 mq di museo a cielo aperto.

7. Le streghe di Via Laghetto
Quando a Milano infuriava la peste, c’era una zona della città che sembrava non essere toccata: Via Laghetto. Qui si trovava, appunto, un laghetto dove arrivavano i barconi per scaricare i blocchi di marmo destinati al cantiere del Duomo, che venivano trasportati via acqua dalla cava lungo i navigli fino a qui.

 

Proprio nelle case intorno a questo porticciolo non si ammalava nessuno. Cominciarono a girare voci che qui abitassero le streghe, che con i loro incantesimi e pozioni riuscivano a mantenere lontano il pericolo. In particolare, si parlava della strega Arima, che guidava tutte le streghe del quartiere in danze sui tetti e in festeggiamenti.

 

In realtà, con tutta probabilità la polvere di marmo o di carbone, che venivano qui scaricati, uccideva le pulci dei topi, principale mezzo del contagio.

8. San Bartolomeo scorticato e il fantasma di Carlina in Duomo
Il Duomo di Milano è una scoperta continua, quindi non può mancare in questo particolare itinerario. Tra le 3400 statue che lo decorano all’interno e all’esterno (il numero più alto mai raggiunto) ci sono moltissime figure mostruose, soprattutto utilizzate come doccioni, cioè i canali di scolo dell’acqua piovana. Cercare mostri alati, serpenti e draghi è una delle attività preferite dai bambini nella visita alla cattedrale.

 

Ma non ci sono solo queste figure a far paura: nel transetto destro, vicino alla porta d’uscita, si trova una statua che può essere definita un horror ante litteram, cioè la statua di San Bartolomeo scorticato.

Il santo porta sulle spalle non un mantello, come potrebbe sembrare, ma la propria pelle. Secondo la tradizione infatti San Bartolomeo, discepolo di Gesù, morì scorticato vivo. Il corpo quindi, senza pelle, raffigura come in uno studio anatomico i muscoli e i vasi sanguigni del corpo con un realismo sorprendente, quasi “horror”.

La statua suscitava talmente tanto interesse che fu spostata dall’esterno, dove si trovava prima, all’interno del Duomo, per poter essere meglio ammirata. Ancora oggi è una delle curiosità più amate da turisti e milanesi.

 

Infine, in Duomo non può certo mancare un fantasma: è Carlina, sposa sfortunata che, visitando le terrazze, fuggì urlando e cadde tra le guglie perché presa dal rimorso di aspettare un bambino da un uomo che non era suo marito. Non fu più ritrovata.

Si dice che ancora oggi appaia nelle fotografie degli sposi che si fanno ritrarre in Duomo, avvolta da un vestito nero, abito delle sue nozze indossato per ingannare il feudatario e impedire che pretendesse lo ius primae noctis, cioè il diritto a giacere con la novella sposa la prima notte di nozze. Ma niente paura: si dice che appaia per augurare il matrimonio felice che lei non ha mai avuto ai giovani ritratti con lei.

9. Colonna del Diavolo a Sant’Ambrogio
Dove: Piazza Sant’Ambrogio

 

Un’altra importante chiesa della città ha una storia di paura da raccontarci: la Basilica di Sant’Ambrogio. Fuori dalla basilica si trova una colonna chiamata “colonna del diavolo”, poiché, secondo la leggenda, i due buchi presenti sul fusto della colonna sarebbero stati creati dalle corna del diavolo, scaraventato contro di essa nella lotta con Sant’Ambrogio avvenuta in questo luogo.

 

Si dice che dai fori esca odore di zolfo, e avvicinando l’orecchio si sentano rumori provenienti dall’Inferno. Avrete il coraggio di ascoltare?

10. La Madonna con le corna alla Cappella Portinari
Dove: Piazza Sant’Eustorgio 1

 

In zona Ticinese non c’è solo Piazza Vetra: andando un po’ più avanti verso la Darsena arriverete alla Basilica di Sant’Eustorgio, dove è custodito un dipinto davvero strano, per alcuni “demoniaco”.

 

Entrando nella Cappella Portinari, uno dei luoghi più belli di Milano, che custodisce la tomba di San Pietro Martire, sulla parete sud potrete trovare una Madonna con le corna.

Questo affresco racconta il Miracolo della falsa Madonna: secondo la tradizione, mentre celebrava la messa San Pietro Martire vide il demonio entrare in una icona di Maria posta sull’altare, o per altri vide apparire il demonio sotto le mentite spoglie della Vergine. Il diavolo però si “dimenticò” di far sparire le sue corna, che quindi lo smascherarono.

Sollevando l’ostia consacrata, il Santo riuscì a scacciare il diavolo.

11. La Dama con l’ermellino a Palazzo Carmagnola
Dove: Via Broletto 7 o via Rovello 2

 

Uno dei dipinti più famosi di Leonardo da Vinci è la Dama con l’ermellino, ma pochi sanno che la dama ritratta è legata alla storia di Milano. E’ Cecilia Gallerani, amante del Duca di Milano Ludovico Sforza detto il Moro.

 

Si dice che andando al numero 7 di Via Broletto o in via Rovello 2 e alzando lo sguardo verso le finestre di Palazzo Carmagnola, ancora oggi si intraveda il fantasma di Cecilia, che qui abitava, che si affaccia in vestaglia bianca in attesa del suo amato.

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