
I Papi più inattesi degli ultimi 80 anni: quando il Conclave sorprende, oltre ogni pronostico. Da Ratzinger a papa Roncalli

Quando il Conclave sorprende: i papi più inattesi degli ultimi 80 anni
Da Giovanni Paolo II a Francesco, le elezioni che hanno spiazzato il mondo
Il Conclave è uno degli eventi più impenetrabili della Chiesa cattolica: decisioni prese in assoluto riserbo, segnali difficili da interpretare, fumate bianche che spesso annunciano risultati tutt’altro che scontati. Negli ultimi ottant’anni, più di una volta l’elezione di un papa ha sorpreso osservatori, fedeli e persino molti cardinali. Ecco i pontificati più inattesi emersi dalla Sistina.
Quando nel 1958 morì Pio XII, dopo un lungo e rigoroso pontificato, tutti si aspettavano un successore di simile tempra: severo, diplomatico, probabilmente di Curia. Invece i cardinali scelsero Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia, considerato un “papa di transizione” per via dell’età avanzata (aveva 77 anni). Roncalli invece stupì il mondo aprendo al Concilio Vaticano II, uno degli eventi più rivoluzionari della storia recente della Chiesa.
Giovanni Paolo II (1978)
Il 1978 fu un anno straordinario: dopo la morte di Paolo VI e il brevissimo pontificato di Giovanni Paolo I (durato appena 33 giorni), il Conclave si riunì nuovamente. Nessuno immaginava che sarebbe stato eletto un papa non italiano: Karol Wojtyła, arcivescovo di Cracovia, divenne il primo pontefice polacco e il primo straniero dopo più di quattro secoli. Il suo carisma e la sua forza comunicativa cambiarono profondamente il ruolo della Chiesa nel mondo, contribuendo anche al crollo del comunismo in Europa.
Alla morte di Giovanni Paolo II, molti pensavano a un successore giovane e proveniente da aree “in crescita” come l’America Latina o l’Africa. Invece fu scelto Joseph Ratzinger, tedesco, 78 anni, da decenni stretto collaboratore di Wojtyła come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Considerato uno dei più grandi teologi contemporanei, Ratzinger venne percepito come una scelta di continuità, ma anche di forza dottrinale in tempi di crisi.
Francesco (2013)
L’elezione di Jorge Mario Bergoglio, gesuita argentino, fu un altro vero scossone. Non solo per la provenienza – il primo papa latinoamericano e il primo gesuita a salire al soglio di Pietro – ma anche per lo stile semplice e innovativo che mostrò fin dal primo istante, scegliendo il nome Francesco in onore del santo di Assisi. Pochi lo davano tra i favoriti dopo le dimissioni di Benedetto XVI: il suo nome circolava, ma veniva considerato un “candidato forte” già nel 2005, non nel 2013.