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12/09/2023

Incredibile in Lombardia – Bengalese picchia e segrega in casa la moglie, è assolto “Fa parte della sua cultura”

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Incredibile in Lombardia – Bengalese picchia e segrega in casa la moglie, è assolto “Fa parte della sua cultura”

A Brescia un pubblico ministero ha sostenuto che le violenze e i maltrattamenti perpetrati da un cittadino bengalese nei confronti della sua ex coniuge sono il risultato del “suo contesto culturale”, e non della sua volontà di dominare e sminuire la donna.

L’uomo, residente in Italia da anni, è accusato di maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti della sua ex moglie, anche lei originaria del Bangladesh ma cittadina italiana e residente a Brescia da quando era bambina.

La donna, che aveva denunciato il marito nel 2019, ha riferito di essere stata venduta in matrimonio al cugino per 5.000 euro dopo la morte del padre.

Il pubblico ministero sostiene che le azioni dell’uomo sono il risultato delle tradizioni culturali bengalesi, e non di una chiara intenzione di danneggiare la donna. La vittima, però, racconta di violenze costanti e della minaccia di essere mandata definitivamente in Bangladesh.

Nella richiesta di assoluzione presentata per l’ultimo atto del processo – riporta Il Giornale  –  il pm scrive che “I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima”.

“Le condotte dell’uomo sono maturate in un contesto culturale che sebbene inizialmente accettato dalla parte offesa si è rivelato per costei intollerabile proprio perché cresciuta in Italia e con la consapevolezza dei diritti che le appartengono e che l’ha condotta ad interrompere il matrimonio. Per conformare la sua esistenza a canoni marcatamente occidentali, rifiutando il modo di vivere imposto dalle tradizioni del popolo bengalese e delle quali invece, l’imputato si è fatto fieramente latore”.

La vittima si è detta sconcertata: “solo nel 2019, dopo anni di urla, insulti e botte, sotto la costante minaccia di essere riportata in Bangladesh definitivamente”, quindi si è rivolta alle autorità.

E scoppia la polemica  “Se non vogliamo tornare al delitto d’onore sarà bene che i magistrati impegnati nel contrasto alla violenza sulle donne facciano stage obbligatori nei centri antiviolenza” ha commentato la capogruppo di Alleanza verdi e sinistra alla Camera Luana Zanella. “Chiederò alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio (di cui è segretario) di fare una proposta in tal senso”.

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