Juve ancora nella bufera – Scambi di calciatori o accordi extracontrattuali, nuove accuse dalla Procura

La Juventus è nuovamente al centro di un’indagine giudiziaria, con la Procura di Roma che contesta accuse agli ex vertici del club bianconero. Il nuovo fascicolo, distinto dall’inchiesta “Prisma,” focalizzata su “manovre stipendiali” e “plusvalenze fittizie,” è stato avviato recentemente. Quest’ultima era stata trasferita a Torino, ma il bilancio 2021-2022 della Juventus è ora sotto il mirino per presunte irregolarità.

Secondo la Procura di Roma, il documento finanziario approvato a novembre 2022 non avrebbe affrontato adeguatamente le contestazioni già note alla Juventus. Il via libera è avvenuto durante la stessa seduta in cui gli ex vertici, guidati dall’ex presidente Andrea Agnelli, annunciarono le dimissioni in massa. Attualmente, non è chiaro quanti e quali ex dirigenti siano coinvolti in questa nuova indagine.

L’oggetto principale dell’inchiesta riguarda questioni contabili, con il focus sugli scambi di calciatori o accordi extracontrattuali già presenti negli atti provenienti da Torino.

Le presunte irregolarità hanno portato la Procura romana a ipotizzare il reato di false comunicazioni sociali, già precedentemente contestato. Il 6 dicembre, i pm capitolini avevano incaricato la Guardia di Finanza di Torino di acquisire gli atti legati al bilancio.

Ma le notizie negative per la Juventus non si fermano qui.

“Come comunicato dal club  scrive Il fatto Quotidiano – ” i pm hanno notificato l’avviso di conclusione indagini agli indagati dell’inchiesta principale – quella che da Torino e arrivata per competenza nella Capitale – tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, il suo ex vice Pavel Nedved e gli ex manager Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene. Gli inquirenti tuttavia hanno modificato in senso peggiorativo dei capi d’accusa, con l’inserimento di presunte omissioni di passività relative agli scambi di calciatori con altre società, tra cui l’Atalanta (estranea all’indagine). I reati contestati restano gli stessi: falso nelle comunicazioni sociali, manipolazione del mercato e ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza”.