Le grandi dimissioni: perché si abbandona sempre di più il lavoro? Risponde l’autore del bestseller mondiale ‘Drive’

02/11/2022

Le grandi dimissioni: perché si abbandona sempre di più il lavoro? Risponde l’autore del bestseller mondiale ‘Drive’

Il fenomeno delle ‘Grandi Dimissioni’ dilaga, insieme alla decisione di non voler  tornare in ufficio, dopo aver lavorato per oltre due anni da casa, a causa della pandemia.

E’ Daniel Pink, 58 anni, business thinker di fama internazionale e autore del bestseller mondiale «Drive» a spiegare i motivi della fuga dal lavoro. Piunk ha approfondito le ricerche della scienza comportamentale. «Che cosa vogliono le persone dal lavoro?  Più autonomia – spiega il business thinker – ” La soddisfazione deriva da un lavoro stimolante, complesso ma con potere decisionale, dove si possa scegliere come fare le cose», afferma Pink, tra gli ospiti dell’undicesima edizione del Leadership Forum, organizzato a Milano da Performance Strategies, quest’anno intitolato «Turning Point», punto di svolta.

Queste le sue parole, dopo l’ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera: «Penso che le Grandi Dimissioni siano il prodotto di molteplici forze: una di queste è la pandemia stessa. Le persone hanno avuto un paio d’anni per riflettere, anche sul lavoro e a molti non piaceva quello che facevano. Si sono resi conto che non venivano trattati in modo equo, che forse non stavano crescendo, che forse non stavano facendo il loro lavoro al meglio. Inoltre, durante la pandemia le persone hanno fatto i conti con la morte, hanno riflettuto a fondo sulla loro vita e anche sul loro posto di lavoro. La seconda ragione è ciclica: il mercato del lavoro si è ristretto e i lavoratori hanno guadagnato un po’ più di potere. La grande tendenza in atto nel mercato del lavoro in tutto il mondo è che oggi le persone di talento hanno meno bisogno delle organizzazioni di quanto le organizzazioni abbiano bisogno dei talenti. Questo è un grande cambiamento. Ci sono un sacco di persone con competenze richieste e sono loro che decidono sul mercato del lavoro. Non tutti, ma una parte consistente. Piano piano il mercato del lavoro tornerà ad assomigliare al passato, ma questa tendenza profonda continuerà, perché le persone vogliono di più dal loro lavoro, con la differenza che le persone di talento hanno meno bisogno delle organizzazioni di quanto le organizzazioni abbiano bisogno di persone di talento».

 

«Gli Stati Uniti – aggiunge Pink – “hanno una regolamentazione del lavoro molto meno rigida, il vantaggio è che il mercato del lavoro è molto fluido, i lavoratori possono spostarsi facilmente da un impiego all’altro e l’incontro tra domanda e offerta è più efficiente. Ma abbiamo anche più disuguaglianze e meno tutele per i lavoratori. L’aspetto interessante è che se anche in Europa è in corso il fenomeno delle Grandi Dimissioni, questo ci dice qualcosa di profondamente importante sulla natura del lavoro. Che cosa cercano le persone? Un senso di controllo sul proprio tempo, sul proprio compito e su ciò che fanno, quando lo fanno, come lo fanno. Cercano la possibilità di imparare e crescere, cercano un purpose, uno scopo. E quando queste cose mancano e il mercato del lavoro si irrigidisce o le persone iniziano a pensare più profondamente al senso della loro vita, allora si licenziano … Ovviamente è più facile spostarsi negli Stati Uniti che in Europa, ma le ragioni dietro queste scelte sono le stesse. Una cosa interessante che si vede negli Stati Uniti in questo momento, in risposta alla disuguaglianza, è la rinascita del sindacato negli Stati Uniti, che è stato inattivo per trenta, quaranta anni. C’è più attività delle organizzazioni del lavoro oggi in America di quante ne ho vista in tutta la mia vita. E’ un fenomeno interessante collegato alla disuguaglianza. Il mondo è complicato: da un lato abbiamo tutte le virtù di un mercato aperto, dove le persone sono in grado di muoversi e hanno molta libertà, specialmente nella parte alta del mercato del lavoro, ma nella parte bassa del mercato abbiamo persone che non sono trattate particolarmente bene, non sono pagate abbastanza e che ora si ribellano».

Le Grandi Dimissioni saranno un fenomeno temporaneo? 

«Si e no – risponde lo scrittore – ” Credo che in parte sia temporaneo, come ho detto prima. C’è una tendenza ciclica di disoccupazione secolare nel mercato del lavoro, ma c’è anche una seconda tendenza che consiste nel fatto che le persone ai vertici del mercato del lavoro hanno un enorme potere, perché le organizzazioni più grandi hanno bisogno di loro molto più di quanto loro abbiano bisogno delle organizzazioni. Quello che sta accadendo in questo momento è ciò che io chiamo la “grande selezione”: stiamo cercando di risolvere alcune grandi questioni sul lavoro. Sono molte le domande che emergono: che tipo di lavoro vorremmo fare insieme e che tipo di lavoro dovremmo fare da soli? Quale tipo di lavoro dovrebbe essere svolto in modo sincrono e quale in modo non sincrono? Come si può gestire la propria vita personale senza distruggerla? E a cosa serve l’ufficio in un mondo in cui, anche in Italia, le persone possono lavorare a casa. Penso che nei prossimi 12 mesi daremo risposta a questo tipo di questioni».

 

«Le aziende che cercano di far tornare le persone a tempo pieno in ufficio  – aggiunge ancora Pink, ascoltato dal Corriere – ” commettono un errore colossale. Ho iniziato a scrivere sul lavoro da casa quasi 20 anni fa e mi dicevano che ero pazzo, che le persone dovevano essere monitorate, sorvegliate. Poi, nel marzo del 2020, abbiamo avuto un enorme esperimento di massa a livello internazionale in cui centinaia di milioni di persone sono riusciti a imparare in pochi giorni a lavorare a casa e lo hanno fatto per 2 anni. È una cosa importante e non si può tornare indietro. Anche perché ai lavoratori piace: In una ricerca condotta a Stanford è emerso che i lavoratori in Italia rinuncerebbero al 5% del loro stipendio pur di avere 2 o 3 giorni di lavoro da casa. Questo fa parte di questa “grande selezione”. Non credo in un lavoro in cui le persone semplicemente non vadano in ufficio, ma nemmeno che torneremo a un mondo in cui i colletti bianchi stanno seduti nei cubicoli dieci ore al giorno per cinque giorni alla settimana davanti al loro pc. Il futuro è ibrido, anzi in futuro non lo chiameremo neppure ibrido, ma solo lavoro».

 

«La pandemia ci ha ricordato la profonda interconnessione delle nostre economie. Quindi, se succede qualcosa di folle in Ucraina, i dipendenti e i proprietari di case pagheranno prezzi più alti per l’energia. Se c’è un attacco di terrorismo informatico, le persone in tutto il mondo saranno attaccate immediatamente. Se c’è un virus nel mercato di Wuhan, in Cina, si diffonde a Washington. Dobbiamo quindi renderci conto che le decisioni che vengono prese riguardano una cerchia più ampia di persone rispetto al passato. Prendere una decisione significa influenzare le persone che lavorano con te, i clienti, i fornitori, gli azionisti e questo è il motivo per cui è così difficile essere un amministratore delegato in questo momento, deve operare in qualche modo come un capo di Stato non eletto».

 

Ti è piaciuto l’articolo?

Condivilo su tutti i social e menziona MilanoNews24 | Le notizie da Milano in tempo reale

Potrebbero interessarti

John Elkann dopo la vendita di Gedi accelera il suo addio all’Italia – Ecco tutte le cessioni  (e le nuove strategie internazionali)

John Elkann dopo la vendita di Gedi accelera il suo addio all’Italia – Ecco tutte le cessioni (e le nuove strategie internazionali)

Con la cessione del gruppo editoriale Gedi al colosso greco Antenna Group, John Elkann compie un ulteriore e significativo passo nel progressivo allontanamento dall’Italia. L’operazione, attesa per l’inizio del 2026 e valutata circa 140 milioni di euro, rappresenta l’ennesima uscita da settori storicamente legati alla presenza degli Agnelli nel Paese: editoria, industria automobilistica, trasporti e […]

13/12/2025

Mario Draghi lancia l’allarme: «L’Europa rischia la stagnazione. Necessario puntare sull’Intelligenza artificiale»

Mario Draghi lancia l’allarme: «L’Europa rischia la stagnazione. Necessario puntare sull’Intelligenza artificiale»

Durante l’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano, Mario Draghi ha lanciato un nuovo segnale d’allarme sul futuro economico dell’Ue, indicando nell’innovazione e soprattutto nell’AI il fulcro per ritrovare competitività. Per l’ex premier, le economie mature non possono più contare solo su lavoro e capitale: l’invecchiamento della popolazione e infrastrutture ormai obsolete impongono un’accelerazione tecnologica. […]

12/12/2025

Offerti 140 milioni di euro a Elkann per vendere tutto – Del Vecchio rilancia sull’armatore greco Kyriakou

Offerti 140 milioni di euro a Elkann per vendere tutto – Del Vecchio rilancia sull’armatore greco Kyriakou

Offerti 140 milioni di euro a Elkann per vendere tutto La cessione del gruppo editoriale Gedi non è ancora definita e la trattativa, già in fase avanzata, potrebbe prendere una piega inattesa. L’accordo con il gruppo Antenna, controllato dall’armatore greco Theo Kyriakou, sembrava vicino: l’offerta di circa 140 milioni di euro aveva soddisfatto le richieste […]

10/12/2025

Beltrame Giacomello  (Confindustria): “Trenta mesi consecutivi di produzione in calo. . Manca il coraggio di intervenire mentre altri Paesi corrono”

Beltrame Giacomello (Confindustria): “Trenta mesi consecutivi di produzione in calo. . Manca il coraggio di intervenire mentre altri Paesi corrono”

La situazione dell’industria  continua a preoccupare. Barbara Beltrame Giacomello, presidente di Confindustria Vicenza, lancia un nuovo allarme: “Trenta mesi consecutivi di produzione in calo. Un dato che non possiamo più permetterci”. L’ultima indagine congiunturale conferma un ulteriore arretramento, seppur più contenuto rispetto ai trimestri precedenti: la produzione industriale segna un -0,6%, un rallentamento della caduta […]

10/12/2025

In Italia il reddito è crollato del 3,9% negli ultimi 20 anni – In Europa è cresciuto del 22%: il confronto è impietoso

In Italia il reddito è crollato del 3,9% negli ultimi 20 anni – In Europa è cresciuto del 22%: il confronto è impietoso

Il quadro economico che emerge dal confronto tra l’Italia e il resto d’Europa è impietoso. Negli ultimi due decenni, mentre il continente ha visto un deciso miglioramento delle condizioni economiche dei cittadini, il nostro Paese ha imboccato la direzione opposta. Tra il 2004 e il 2024, il reddito reale pro capite italiano – cioè il […]

10/12/2025

Ecco le banche italiane più sicure: da Credem a Mediolanum a Intesa San Paolo – La nuova classifica BCE

Ecco le banche italiane più sicure: da Credem a Mediolanum a Intesa San Paolo – La nuova classifica BCE

La Banca Centrale Europea ha diffuso i nuovi requisiti di capitale P2R validi dal 2026, uno strumento chiave per valutare la rischiosità specifica di ogni istituto di credito. Questo parametro indica la quantità di capitale aggiuntivo che le banche devono tenere da parte per coprire rischi non previsti dal primo pilastro regolamentare, come eventuali criticità […]

08/12/2025

In Italia e in Grecia le persone sono più povere di 20 anni fa: sono i peggiori Paesi in Europa. Il crollo del reddito reale

In Italia e in Grecia le persone sono più povere di 20 anni fa: sono i peggiori Paesi in Europa. Il crollo del reddito reale

L’Italia e la Grecia sono gli unici due Paesi dell’Unione Europea dove i cittadini risultano oggi più poveri in termini reali rispetto a vent’anni fa. Tra il 2004 e il 2024, infatti, il reddito reale pro capite in Europa è cresciuto mediamente del 22,3%, con incrementi significativi in nazioni come Germania (+24,3%), Francia (+21,2%) e […]

03/12/2025

Addio a Maurizio Sella – Storico presidente della Banca: dallo sportello alla guida del gruppo

Addio a Maurizio Sella – Storico presidente della Banca: dallo sportello alla guida del gruppo

Maurizio Sella, figura storica della banca che porta il suo nome, si è spento a 83 anni dopo oltre sei decenni trascorsi nel mondo del credito. È stato l’emblema del banchiere tradizionale, capace però di traghettare un istituto nato come realtà locale verso un modello moderno e altamente tecnologico, preservandone allo stesso tempo l’autonomia in […]

24/11/2025

Lapo Elkann, i conti sono in rosso – Le sue holding in perdita e lui deve mettere mani al portafoglio. Ecco le cifre

Lapo Elkann, i conti sono in rosso – Le sue holding in perdita e lui deve mettere mani al portafoglio. Ecco le cifre

La situazione economica delle società riconducibili a Lapo Elkann continua a essere complessa. Dopo aver ceduto Italia Independent, l’imprenditore dispone ormai soltanto di due holding operative, entrambe caratterizzate da risultati negativi. Come riportato da Open, la prima – L.Holding srl – controlla circa un quinto della compagnia svizzera Youngtimers AG, che nell’ultimo bilancio ha visto […]

21/11/2025