
Mediolanum incassa 548 milioni dall’uscita da Mediobanca- Una decisione storica

Mediolanum lascia Mediobanca dopo 25 anni e incassa 548 milioni: cambia la geografia del patto di sindacato
Dopo un quarto di secolo, Mediolanum chiude la sua partecipazione in Mediobanca, vendendo la propria quota del 3,5% a investitori istituzionali per un ammontare complessivo superiore a 548 milioni di euro. Il prezzo fissato per l’operazione è stato di 18,85 euro per azione, con uno sconto del 4,5% rispetto alla chiusura di Borsa di lunedì 30 giugno, quando il titolo quotava 19,735 euro, in crescita di oltre il 40% da inizio anno. Il regolamento della transazione è previsto per giovedì 3 luglio, e l’operazione è stata gestita da Morgan Stanley in qualità di unico bookrunner.
“La partecipazione – spiega MilanoFinanza – “era contabilizzata a fair value, con aggiornamenti trimestrali, e dunque non produrrà effetti a conto economico. Dal punto di vista patrimoniale, l’uscita genererà una riduzione delle attività ponderate per il rischio (rwa) e un miglioramento del cet1, ma comporterà anche la perdita dei dividendi futuri, a fronte del nuovo piano industriale di Mediobanca che prevede un payout al 100%”.
Questa cessione segna l’uscita definitiva della famiglia Doris dal capitale di Mediobanca, una relazione che risale al 1996, quando Enrico Cuccia guidò la quotazione di Mediolanum. Da allora, i legami si erano intensificati, soprattutto con la creazione nel 2001 della joint venture Banca Esperia, poi completamente inglobata da Mediobanca nel 2017. Mediolanum era inoltre uno dei membri più rilevanti del patto di consultazione tra azionisti, che rappresentava fino a poco tempo fa l’11,7% del capitale. Dopo le recenti uscite anche di altri soci, il patto si è ridotto attualmente a circa l’8%.
Un disimpegno silenzioso e strategico
Il gruppo guidato da Massimo Doris ha scelto un approccio neutrale di fronte all’offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da MPS su Mediobanca. Interpellato lo scorso maggio, Doris aveva affermato che “sulla carta ogni OPS può avere una logica”, evitando prese di posizione nette. Un pensiero condiviso anche da Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, azionista di riferimento di Mediolanum con il 30,1%, che ha sottolineato come non vi fossero ancora elementi sufficienti per una valutazione definitiva e che fosse corretto lasciare ogni decisione ai consigli di amministrazione.
“Il passo indietro di Mediolanum non è isolato – si elgge ancora su Milano Finanza – ” Da inizio anno anche Vittoria Assicurazioni ha ceduto lo 0,27% e la famiglia Gavio lo 0,2% e ora l’accordo parasociale si attesta attorno all’8% del capitale della merchant. Il progressivo disimpegno dei pattisti arriva mentre si avvicina l’offerta pubblica di scambio promossa da Mps su Mediobanca: la Bce ha già dato il via libera e Consob è attesa a breve sul prospetto. Mediobanca ha chiesto chiarimenti sulla soglia minima di adesione e sulle implicazioni economiche e strategiche dell’operazione per il gruppo senese guidato da Luigi Lovaglio”.