
Milan, il disastro continua. Conceicao è peggio di Fonseca? Il mister “Se serve vado via senza prendere 1 euro”

Il momento nero del Milan prosegue senza sosta. La situazione sotto la guida di Conceição appare ancora più critica rispetto al passato con Fonseca. Il tecnico portoghese si sfoga, dichiarandosi disposto a lasciare senza pretendere alcuna buonuscita se la società decidesse di esonerarlo. Si difende dalle critiche sottolineando la sua esperienza: “Non sono arrivato dal nulla, ho disputato quasi 100 partite in Champions League e ho conquistato 13 trofei”.
Il Milan perde anche a Bologna con i rossoblu, nel recupero di campionato: 2-1 (reti di Leao, Ndoye e Castro).
La squadra sembra distante anni luce dallo spirito combattivo del proprio allenatore. Un’immagine emblematica racconta il problema: mentre Conceição gesticola furioso a bordo campo, i suoi giocatori restano immobili, lasciando agli avversari la libertà di costruire l’azione decisiva nei minuti finali. La mancanza di carattere è evidente, come dimostrano le sei sconfitte esterne su sette in campionato, segnale di una fragilità che emerge lontano da San Siro.
Nel post partita, Conceição si concentra sugli episodi arbitrali, lamentando un fallo di mano non fischiato in occasione del primo gol subito. Tuttavia, riconosce anche le colpe della propria squadra: “Abbiamo fatto alcune cose positive, ma ci sono stati errori nostri e altri dovuti a situazioni esterne. Quando seguiamo il piano gara, riusciamo a creare occasioni e arriviamo negli ultimi metri con qualità, ma poi succedono episodi che cambiano tutto”.
Visibilmente provato dalle critiche costanti, il tecnico ribadisce il proprio orgoglio e la sua determinazione: “Ogni giorno si parla di me, ma se non servo più, vado via senza chiedere nulla. Sono stato attaccato ingiustamente, anche da colleghi che mi criticano il giorno stesso della partita. Ho una famiglia che legge certe cattiverie su di me e non lo trovo corretto”.
Poi ha aggiunto: “So cosa voglio, so cosa posso fare, vedo tanti che parlano di me ma la situazione è semplice: se devo andare via, mi dicono ‘non servi più’, prendo la valigia e vado via senza chiedere un euro in più. Non arrivo dal nulla: ho quasi 100 partite in Champions League, ho vinto 13 trofei, ma tutti i giorni si divertono a parlare di me. Allenatori che mi criticano il giorno della partita. Ho famiglia, ho gente che mi è vicino e loro vedono tante cattiverie su di me e non è giusto. Scusate lo sfogo”.