Milan, Fonseca cacciato – Arriva Conceicao: è già a Milano
Milan, Fonseca cacciato – Arriva Conceicao
Il Milan dopo una prima parte di stagione con scarsi risultati ha deciso di interrompere il rapporto con Paulo Fonseca, comunicandogli l’esonero a mezzanotte.
L’esoner arriva dopo sei mesi di alti e bassi culminati in un pareggio contro la sua ex squadra, la Roma. Nonostante alcune vittorie memorabili come quelle contro Inter e Real Madrid, il bilancio complessivo è stato negativo, con troppe sconfitte contro avversari meno quotati e una posizione di classifica deludente, all’ottavo posto, dietro squadre come Lazio, Fiorentina e persino Bologna. La fiducia tra allenatore e società si è incrinata irrimediabilmente, portando alla decisione di cambiare guida tecnica.
IL NUOVO ARRIVO: CONCEIÇAO
Al posto di Fonseca arriva Sergio Conceiçao, anch’egli portoghese, reduce da una lunga esperienza con il Porto, dove ha conquistato tre campionati in sette anni. Il Milan lo aveva già contattato in estate, ma alla fine la dirigenza aveva optato per Fonseca. Ora, però, è stato scelto per il suo profilo vincente, la solidità nei risultati europei e il carattere determinato, considerato fondamentale per gestire una squadra in difficoltà. Conceiçao, che ha rifiutato proposte dal Wolverhampton e dal Brasile, inizierà subito con un’importante sfida: la Supercoppa Italiana contro la Juventus, guidata dal figlio Francisco.
IL BILANCIO DI FONSECA
Fonseca lascia con un tabellino di 12 vittorie, 6 pareggi e altrettante sconfitte. Il suo percorso in Serie A è stato segnato da episodi sfortunati, come i rigori falliti contro la Fiorentina o l’assurdo pareggio a Cagliari. In Champions League, invece, è riuscito a riscattarsi dopo due sconfitte iniziali, firmando un’impresa contro il Real Madrid al Bernabeu. Tuttavia, con lo scudetto fuori portata e la corsa Champions in salita, non ha avuto l’opportunità di risollevare la stagione.
LE SCELTE EREDITARIE DI FONSECA
Fonseca verrà ricordato per il tentativo di rivoluzionare il Milan, adottando un gioco basato sul possesso palla e fissando regole rigide per i giocatori, in netto contrasto con il suo predecessore Pioli, che era noto per uno stile di gestione più empatico. Il tecnico ha preso decisioni coraggiose, come escludere stelle del calibro di Rafa Leao e Theo Hernandez per scarsa applicazione. Mentre Leao ha mostrato segnali di miglioramento, Theo non ha risposto come sperato, lasciando l’impressione di un progetto ambizioso naufragato totalmente a metà percorso.
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