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19/09/2024

Milano – In Brera torna a splendere un capolavoro dell’allievo di Raffaello: una grande opera di restauro INFO

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Milano – In Brera torna a splendere un capolavoro dell’allievo di Raffaello: una grande opera di restauro

E’ stato presentata oggi nella sua nuova veste restaurata, dopo tre anni di interventi effettuati presso la Pinacoteca di Brera e il suo laboratorio di restauro un capolavoro di uno degli allievi di Raffaello.

Si tratta della “Disputa sull’Incarnazione” di Girolamo Genga, conosciuta anche come “Pala di Cesena”

L’opera, di grandi dimensioni e risalente al periodo tra il 1513 e il 1518, era stata originariamente commissionata per l’altare maggiore della chiesa di Sant’Agostino a Cesena. Il restauro è stato condotto direttamente nella sala 24 della Pinacoteca, senza spostare la pala, a causa della sua imponenza, e ha permesso ai visitatori di assistere al lavoro grazie a una teca di vetro simile a quella del laboratorio.

Il direttore della Pinacoteca di Brera, Angelo Crespi, ha spiegato che il restauro era essenziale per far risplendere nuovamente un capolavoro spesso sottovalutato, “Un restauro necessario per riportare alla luce un lavoro splendido di un pittore a torto considerato minore, allievo di Raffaello – ha spiegato  all’ANSA Angelo Crespi – per il quale sono stati fatti precedentemente al restauro alcune indagini diagnostiche, che hanno coinvolto i maggiori scienziati ed esperti delle università milanesi, chimici soprattutto, che hanno potuto analizzare la tavola prima dell’intervento”.

Uno degli aspetti più affascinanti del restauro è stato l’uso della riflettografia infrarossa, che ha rivelato dettagli nascosti sotto gli strati pittorici, come il disegno preparatorio dell’artista. Questa immagine ad altissima risoluzione è stata riprodotta in grandezza naturale ed esposta di fronte all’opera originale. Il restauro ha inoltre coinvolto altri importanti laboratori di ricerca, come il laboratorio DIART dell’Università di Milano, i dipartimenti di Fisica e Scienza dei Materiali della stessa università, il CNR di Segrate e il laboratorio CSG Palladio di Vicenza.

Infine, il restauro ha portato a una nuova interpretazione del soggetto dell’opera, ribattezzata “Disputa sull’Incarnazione”, in riferimento al momento in cui Cristo è concepito nel grembo di Maria durante l’Annunciazione. Questa nuova denominazione sostituisce quella precedente, che identificava il tema con l’Immacolata Concezione. Il processo di restauro è stato anche documentato in un volume curato da Andrea Carini e Cristina Quattrini.

 

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