
Milano – Caos all’ospedale San Raffaele: «Farmaci sbagliati e infermieri improvvisati» La mail di denuncia di un medico
All’ospedale San Raffaele il fine settimana del ponte dell’Immacolata ha generato una situazione di caos che ha fatto emergere pesanti disfunzioni interne. In una serie di mail interne, un medico di turno ha lanciato l’allarme: «La situazione è estremamente pericolosa per i pazienti, ma anche per i medici». Di fronte al caos organizzativo, la decisione immediata è stata quella di ridurre i ricoveri dal Pronto soccorso: «Abbiamo tamponato un po’ la situazione bloccando i nuovi ricoveri da Pronto soccorso, bisogna però preoccuparsi anche di chi è già ricoverato». E ancora: «Di sicuro, così non si può andare avanti, è una situazione troppo pericolosa. Errori irrecuperabili sono dietro l’angolo».
Le comunicazioni interne, riportate da diversi quotidiani, hanno circolato tra medici, primari e direzione sanitaria proprio mentre il Gruppo San Donato convocava un consiglio di amministrazione che ha portato alle dimissioni dell’amministratore unico. A pesare è stata soprattutto la carenza di personale durante i giorni festivi, che ha spinto l’ospedale a rivolgersi a una cooperativa esterna per reperire infermieri.
Proprio da questo affidamento derivano gli episodi più gravi.
“E invece già alle 17.22 di sabato 6 dicembre – scrive open.online – “è partita la prima mail: «Un infermiere del primo gruppo (letti 301.1-306) riferisce di non aver mai fatto affiancamento in reparto e di essere al suo primo turno presso l’ospedale San Raffaele. Non sapeva dove fossero i farmaci, non risultava in grado di caricare gli esami ematici su Sap (il sistema interno, ndr), non in grado di gestire Niv (la ventilazione non invasiva, ndr), né terapia insulinica in continuo». Prima viene chiamato un altro infermiere, poi si bloccano i ricoveri dal pronto soccorso. E ancora: «L’infermiera destinata ai letti di AR non sapeva i nomi dei farmaci prescritti, non comprende bene l’italiano». E: «La medesima infermiera commetteva errore di somministrazione di amiodarone 4fl in 250 SG5%, somministrandola a 200ml per ora anziché a 20ml (un’ora anziché 12 ore) per un paziente di Admission room». L’infermiera Sempre la stessa infermiera «attorno alle ore 5 si allontanava definitivamente dal reparto, senza più ripresentarsi». Ma non solo: il personale non era in grado di organizzare i carrelli dei farmaci, «quasi tutte le terapie della notte risultavano scadute» e «tutto il personale Oss non sapeva dove si trovasse l’emoteca per ritirare emoderivati urgenti». Un disastro che ha scatenato la rabbia di pazienti: «Mia mamma è in una condizione delicatissima ed è stata completamente abbandonata, poteva anche morire», dice Samanta Olivieri al quotidiano. «Sabato sono arrivata qui e l’ho trovata senza alcun supporto, ossigeno compreso, ed era quasi giù dal letto, lei che non può muoversi da sola. Lunedì il culmine, sono arrivata alle 10.30 della mattina ed era in condizioni pietose, senza cure. Ho dovuto aspettare quasi tre ore prima che le iniettassero l’antibiotico».
La direzione afferma ora che la situazione è stata stabilizzata grazie al richiamo di personale interno incentivato economicamente e al trasferimento di altre risorse in modo definitivo. Nel frattempo i sindacati hanno formalizzato una denuncia alle autorità.