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08/02/2025

Milano- Donna scomparsa, fermato il compagno per omicidio. Sospetti sull’ultimo messaggio inviato: le indagini

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Milano- Donna scomparsa, fermato il compagno per omicidio. Sospetti sull’ultimo messaggio inviato

Il caso di Jhoanna Nataly Quintanilla non è più considerato una semplice scomparsa, ma un femminicidio. Questa è la conclusione a cui sono giunti gli investigatori di Milano, che stanno cercando di ricostruire gli eventi della notte tra il 24 e il 25 gennaio, quando la donna è svanita nel nulla. Il principale sospettato è il compagno, un cittadino salvadoregno di 48 anni, che è stato arrestato con l’accusa di averla uccisa e di aver occultato il cadavere.

L’arresto è avvenuto dopo un’improvvisa accelerazione delle indagini. Gonzalez, inizialmente convocato in Procura per rispondere alle domande dei magistrati Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Poco dopo, è stato formalmente fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, venendo poi trasferito nel carcere di San Vittore in attesa dell’udienza di convalida del fermo.

Le prove raccolte dagli inquirenti includono diverse incongruenze nelle dichiarazioni dell’uomo.

Era stato lui stesso, infatti, a denunciare la scomparsa della compagna il 31 gennaio, circa una settimana dopo l’ultima traccia della donna. Aveva raccontato ai carabinieri che, svegliandosi nel cuore della notte, si era accorto che Jhoanna non era più in casa. Tuttavia, le telecamere di sorveglianza non hanno mostrato immagini della 40enne mentre lasciava l’abitazione in zona Bocconi. L’unico a essere ripreso è stato Gonzalez, immortalato mentre trascinava un borsone dall’aspetto pesante.

Gli investigatori hanno analizzato diversi filmati che risultano cruciali per le indagini. Le registrazioni mostrano l’uomo nel cortile interno e nella zona dei garage: prima lo si vede uscire con un borsone probabilmente vuoto, poi rientrare e successivamente uscire di nuovo, tra le 2 e le 3 del mattino, con la valigia che appare molto più pesante. Il sospetto è che in quel bagaglio possa aver trasportato il corpo della compagna, che al momento non è ancora stato ritrovato. Più tardi, verso le 3:32, il compagno rientra a casa senza più avere nulla con sé e vi rimane fino al giorno seguente. Il pomeriggio del 25 gennaio, le telecamere lo riprendono mentre lascia l’appartamento a bordo della sua Fiat Punto.

Le ricerche per individuare il cadavere si stanno concentrando in corsi d’acqua e canali nella zona di Milano e nei pressi di Cassano d’Adda. Un altro elemento significativo riguarda l’ultimo avvistamento certo di Jhoanna, risalente alle 18:44 del 24 gennaio, quando è stata ripresa mentre entrava nell’appartamento. L’uomo si trovava già all’interno da circa un’ora. La denuncia di scomparsa è stata presentata solo sei giorni dopo, e inizialmente l’uomo ha provato a sviare le indagini parlando di uno stato emotivo fragile della compagna. Secondo lui, la donna si sentiva giù per la lontananza dalla famiglia e per le preoccupazioni relative al permesso di soggiorno, arrivando persino a fare riferimenti alla morte.

Per approfondire le indagini, sono stati sequestrati i dispositivi elettronici dell’uomo, la sua auto e l’appartamento condiviso con la vittima. Gli investigatori effettueranno un sopralluogo nei prossimi giorni per cercare tracce utili a chiarire il modo in cui è stato commesso il delitto e il possibile movente. Finora non risultano denunce o litigi significativi tra i due, che erano legati da una relazione da circa sei anni.

Un altro dettaglio sospetto riguarda l’ultimo messaggio inviato dal telefono di Jhoanna alle 00:39 del 25 gennaio a un’amica tramite WhatsApp. Gli inquirenti ipotizzano che a scriverlo possa essere stato l’uomo, quando la donna era già morta. L’amica ha trovato strana la formulazione del messaggio, diversa dal solito, e non ha più ricevuto risposte nonostante i successivi messaggi risultassero letti.

Nei giorni precedenti alla sua scomparsa, Jhoanna aveva parlato con le amiche di nuove opportunità di lavoro e, poco prima di rientrare a casa il 24 gennaio, aveva detto alla sua datrice di lavoro che aveva preso per errore i guanti del bambino di cui si occupava come baby-sitter e che li avrebbe restituiti il lunedì successivo.

 

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