
Milano- Dopo 16 anni di chiusura il parco Simoni torna ai Milanesi: maxi intervento da 1 milione di euro. Il piano
Il parco Simoni torna ai Milanesi: maxi intervento da 1 milione di euro. Il piano
Da oltre quindici anni, uno dei polmoni verdi della periferia nord di Milano, il parco situato nel quartiere di Quarto Oggiaro, è rimasto chiuso e abbandonato. L’area, che un tempo rappresentava uno spazio di aggregazione e svago per residenti e famiglie, è oggi interdetta al pubblico a causa della presenza di sostanze inquinanti nel terreno, scoperte nel lontano 2009.
Alcune analisi ambientali che avevano evidenziato livelli preoccupanti di agenti contaminanti nel suolo, probabilmente legati ad attività industriali passate o a depositi di materiali non bonificati. Da allora, però, l’area è rimasta sbarrata e in stato di degrado, con erbacce, recinzioni fatiscenti e sentieri ormai scomparsi.
Ma ora il Parco Simoni tornerà progressivamente fruibile grazie ad un intervento di fitobonifica dei terreni che consentirà di risanare l’area – un tempo utilizzata come cava di sabbia e ghiaia, successivamente riempita con materiale di riporto misto a rifiuti – tutelando la biodiversità e il patrimonio arboreo presente, che conta più di 590 alberi presenti.
Questa particolare tecnologia naturale di bonifica (Nature Based Solution) utilizza specie vegetali ed arbustive in grado di assorbire, stabilizzare o degradare gli inquinanti nel suolo, riducendo gradualmente la contaminazione: una soluzione alternativa alle bonifiche tradizionali che avrebbero comportato scavi profondi, movimentazioni di terra e impatti ambientali elevati dovuti al transito di mezzi pesanti e alle emissioni di Co2.
In media, infatti, un intervento di bonifica tradizionale avrebbe previsto l’abbattimento di molti dei 590 alberi e avrebbe generato un traffico di circa mille mezzi pesanti in uscita con i suoli contaminati e altrettanti di ritorno per ripristinare i suoli scavati.
Gli interventi di fitobonifica interesseranno 5mila degli oltre 53mila metri quadrati del Parco Simoni e rientrano nel progetto europeo Commit2Green (C2G), finanziato dal programma Horizon Europe – Mission Climate Neutral Cities, che supporta otto città europee nello sviluppo di strategie di verde urbano integrate e partecipative, mirate a raggiungere la neutralità climatica e la resilienza delle città.
In questi giorni sono iniziati i lavori della prima fase sperimentale, che durerà due anni, su 12 parcelle pilota di terreno (pari a 850 mq di parco) per testare la metodologia e le specie vegetali più efficaci per il fitorisanamento. In queste aree verranno messe a dimora specie erbacee e arbustive selezionate proprio per la capacità di assorbire metalli pesanti e idrocarburi, in particolare Viburno, Ligustro e Cornus.
Identificato quindi il metodo e la specie più efficace, a partire dal 2028 si avvierà la seconda fase in cui la fitobonifica si estenderà ai 5mila metri quadrati, arrivando quindi ad una rinaturalizzazione più estesa e, una volta concluso tutto il processo di fitorisanamento, una parte del parco sarà restituita a cittadini e cittadine. Si tratta della prima sperimentazione di bonifica ecologica e partecipata che parte in città, realizzata insieme all’Università di Milano-Bicocca – che negli anni curerà anche il monitoraggio – e in collaborazione con il Municipio 8.
“L’inizio degli interventi per la fitobonifica del Parco Simoni ci riempie di orgoglio: siamo tra le prime città europee ad applicare questa soluzione – ha detto l’assessora all’Ambiente e Vede Elena Grandi –. Una soluzione ecologica che trasformerà anche il Bosco della Goccia alla Bovisa e che puntiamo a utilizzare sempre di più, quando necessaria”.
Il valore dell’intervento supera il milione di euro.