
Milano – Duomo gremito per la Messa in suffragio di Papa Francesco

Milano ha reso omaggio a Papa Francesco con una solenne celebrazione liturgica in suo ricordo, tenutasi nel Duomo cittadino e presieduta dall’arcivescovo, monsignor Mario Delpini. La funzione ha attirato una grande partecipazione di fedeli, riuniti per rendere l’ultimo saluto spirituale al pontefice scomparso. Tra i presenti in prima fila si trovavano numerose figure istituzionali di rilievo, tra cui il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il sindaco Giuseppe Sala, la vicesindaca Anna Scavuzzo, il prefetto Claudio Sgaraglia e il questore Bruno Megale.
Durante la messa è stato utilizzato un oggetto altamente simbolico: il calice donato da Papa Francesco all’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, in occasione della visita pastorale del pontefice nel capoluogo lombardo, avvenuta il 25 marzo 2017. Questo gesto ha conferito alla celebrazione un valore ancora più significativo e personale.
Nel suo intervento, monsignor Delpini ha riflettuto sull’ondata di emozioni e pensieri che la scomparsa del Santo Padre ha generato, sottolineando come, nei giorni successivi alla morte, il mondo intero sia stato attraversato da una molteplicità di parole, testimonianze e immagini diffuse attraverso i mezzi di comunicazione. Tuttavia, ha precisato, lo spirito della serata non era quello di ripercorrere il pontificato o commemorare la figura del Papa con discorsi ufficiali, bensì quello di dare forma concreta alla richiesta che più volte Francesco aveva rivolto ai fedeli: quella di pregare per lui.
“La vera eredità spirituale che ci ha lasciato è proprio questa insistenza sulla preghiera”, ha sottolineato l’arcivescovo. Ed è proprio con questo spirito di raccoglimento e fede che i partecipanti si sono uniti nella celebrazione, accompagnando Papa Francesco nel suo passaggio dalla vita terrena a quella eterna. Delpini ha poi concluso ricordando che, nella prospettiva cristiana, il Papa ha celebrato la sua personale Pasqua nel giorno della sua morte, entrando nella pienezza della resurrezione, cuore della fede cristiana.
La cerimonia ha rappresentato così non solo un momento di raccoglimento per la comunità ambrosiana, ma anche un tributo alla spiritualità e all’eredità umana di un pontefice che ha lasciato un segno profondo nella storia recente della Chiesa.