
Milano – Inchiesta Beic, la Procura chiude le indagini: ora gli architetti Boeri e Zucchi rischiano il processo

Milano – Inchiesta Beic, la Procura chiude le indagini.
La Procura di Milano ha concluso le indagini preliminari relative a una presunta irregolarità nella gara internazionale per il progetto della nuova Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic), indetta dal Comune. Sei persone risultano indagate, tra cui i noti architetti Stefano Boeri e Paolo Cino Zucchi, ai quali viene contestato di aver falsamente dichiarato l’assenza di conflitti d’interesse, pur conoscendo in anticipo i partecipanti che sarebbero poi risultati vincitori.
Secondo i magistrati milanesi Serafini, Filippini e Clerici, l’intera procedura del concorso – che nel 2022 aveva visto la partecipazione di 44 studi internazionali per un incarico da 8,6 milioni di euro – sarebbe stata compromessa da gravi anomalie. In particolare, Boeri e Zucchi, in qualità di membri della commissione giudicatrice, avrebbero violato il principio di imparzialità, attestando il falso per poter rimanere nel ruolo e influenzare l’esito finale.
Nel corso degli interrogatori preliminari di febbraio, le loro spiegazioni non hanno convinto i magistrati, né il giudice per le indagini preliminari Luigi Iannelli, che in un’ordinanza aveva già disposto, tre mesi fa, misure interdittive contro i due: Boeri escluso per un anno da concorsi pubblici e contratti con enti pubblici, Zucchi per otto mesi. Il gip ha sottolineato come entrambi avrebbero agito con un senso di superiorità, ritenendo di poter ignorare le regole per via della propria notorietà e credibilità nel settore.
Come riporta il Corriere della Sera, Boeri – “per il gip ha dimostrato un «approccio altamente disinvolto, per certi versi proprietario, rispetto alle regole», come dimostrerebbe l’uso di WhatsApp e Telegram per «discrezione e sicurezza»: anche cancellando messaggi, come quelli che per il gip dimostrano un incontro con l’architetto Pier Paolo Tamburelli (legato allo studio Baukuh vincitore del concorso) vicino alla Stazione centrale la sera prima dell’assegnazione della gara, incontro negato da Boeri. Gli altri indagati che rischiano la richiesta di processo sono i candidati al concorso Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, ricercatori sempre alla facoltà di Architettura e legati a Boeri e Zucchi anche da «rapporti professionali relativi a progetti estranei al contesto universitario»; Tamburelli, al quale è contestato un ruolo di «cerniera» con i due docenti di fama durante l’iter di valutazione e nelle fasi precedenti alla scelta del vincitore; e Andrea Caputo, progettista che arrivò terzo e che avrebbe comunicato a Boeri le «caratteristiche funzionali» del suo lavoro in modo da renderlo «riconoscibile».
“Boeri e Zucchi – si legge ancora sul Corriere – “per i pm avrebbero «concordato» di non escludere i progetti reciprocamente favoriti: Boeri, contattato in più occasioni da Tamburelli con l’intenzione di influire sulla gara internazionale, come Zucchi avrebbe omesso di dichiarare, dopo la propria nomina a commissario, la presenza di un conflitto di interessi con Floridi e Lunati (Onsitestudio), «nonostante fosse consapevole della loro partecipazione al concorso, come dallo stesso ammesso in sede di interrogatorio preventivo davanti al giudice per le indagini preliminari». Alla notizia della chiusura dell’inchiesta, l’architetto Boeri ha dichiarato: «Leggerò con attenzione gli atti di indagine depositati dai pm, la cui conoscenza mi permetterà di presentare, con i miei avvocati, una puntuale memoria difensiva».