Parla il giovanissimo killer di Manuel: “Quella notte era nervoso. Non pensavo di averlo ucciso

Il giovane Daniele Rezza ha confessato di essere uscito la notte dell’omicidio di Manuel Mastropasqua perché si sentiva nervoso. Durante l’interrogatorio, ha raccontato di aver portato con sé un coltello da cucina, che aveva nascosto nei pantaloni, e di aver incontrato casualmente Mastropasqua, che non conosceva.

A quel punto, Rezza gli ha chiesto qualcosa, ma non ricevendo risposta, gli ha strappato le cuffie dal collo. Alla reazione della vittima, Rezza ha reagito colpendolo con una coltellata al petto, per poi fuggire. Prima di tornare a casa, si è liberato del coltello gettandolo in una via vicina.

Rientrato a casa, ha visto suo padre ma gli ha confessato l’accaduto solo la mattina successiva. In seguito, con l’intenzione di fuggire all’estero, si è recato insieme al padre alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele per prendere un treno.

“Quella notte sono uscito perché ero nervoso” – ha detto agli investigatori Daniele Rezza.

Questo l’esito dell’interrogatorio:  “Rezza ha confessato l’accaduto e, in particolare, ha dichiarato di essere uscito quella notte in quanto nervoso, di aver portato con sé un coltello da cucina che aveva infilato all’interno dei pantaloni e che, incontrando il Mastrapasqua (che non conosceva) gli aveva chiesto ‘di dargli qualcosa'”. “Non ricevendo risposta – si legge nel verbale dei carabinieri – gli strappava le cuffie che la vittima portava al collo. Alla reazione del Mastrapasqua sferrava una coltellata all’altezza del torace, dopo di che si dava alla fuga e prima di rientrare a casa si disfava del coltello nella via adiacente. Il diciannovenne ha dichiarato di essere rientro a casa, di aver visto il padre, ma di aver confessato l’accaduto solo la mattina successiva. E volendo espatriare si è recato in compagnia del padre presso la stazione ferroviaria di Pieve Emanuele per prendere un treno”.

“Dichiarazioni coincidenti  con quelle rese al personale della Polfer di Alessandra e che hanno trovato riscontri anche dalle indagini in corso”.
Dalle telecamere  “si vede il Mastrapasqua dopo mezzanotte che esce dall’esercizio commerciale con le cuffie indossate e la stessa immagine viene ripresa a Rozzano in via Romagna, mentre le cuffie non vengono ritrovate sul luogo dell’aggressione ove viene rinvenuto l’uomo per terra”.