
Milano – Uccide la madre, le intercettazioni choc: “Te lo racconto quando pippiamo”. Fra coca e video macabro
Milano – Uccide la madre, le intercettazioni choc: “Te lo racconto quando pippiamo”
Ha tentato di costruire un falso alibi dopo aver tolto la vita a sua madre, Piera Riva, 75 anni, la notte del 13 gennaio.
L’uomo, 48 anni, ha registrato due video nel tentativo di simulare un incidente domestico, ma l’autopsia ha smentito la sua versione: la donna è stata prima brutalmente percossa e poi soffocata.
Nel primo filmato, registrato intorno a mezzanotte e mezza, Crotti si mostra accanto al corpo della madre, dichiarando di averla appena trovata in quelle condizioni e di essere terrorizzato. Dice di voler documentare la situazione prima di chiamare i soccorsi.
Qualche ora dopo, realizza un secondo video in cui afferma che la madre sarebbe caduta da una sedia a causa dell’effetto dei farmaci, battendo la testa. Racconta di trovarsi in un’altra stanza con le cuffie e di non aver sentito nulla. Questa sarà la versione che ripeterà anche ai carabinieri e al personale medico, sostenendo di aver scoperto il corpo della madre solo nel cuore della notte. Inoltre, si mostra accanto alla salma in segno di disperazione, dicendo di aver pregato per lei.
Sin dalle prime indagini, la versione dell’incidente domestico non convince gli investigatori. Sul volto di Piera Riva sono presenti numerosi ematomi, e l’esame autoptico rivela che la donna ha subito la frattura di due costole. La causa del decesso è chiara: “asfissia meccanica da compressione esterna delle vie aeree”. In altre parole, la 75enne è stata strangolata.
Il 48enne, ospitato dalla madre dopo la morte del padre, aveva problemi economici, un passato segnato da abuso di alcol e cocaina e precedenti per maltrattamenti. Nella sera dell’omicidio, alle 21 circa, aveva già effettuato un accesso online al conto bancario della madre e predisposto un bonifico di 30.000 euro a suo favore.
Le intercettazioni e l’arresto
A tradire l’uomo sono state le sue stesse parole. Durante un’intercettazione ambientale, si lascia sfuggire una confessione mentre è solo in auto: “Ho ucciso mia madre, sì, l’ho strozzata”. Poco dopo, parlando con un amico, ammette nuovamente il crimine con tono freddo e distaccato: “Ho fatto un disastro, te lo racconto quando pippiamo. Ho ammazzato mia madre, l’ho soffocata”.
Questi elementi, uniti ai tentativi di cancellare prove elettroniche e di convincere una zia a sostenere che la vittima fosse dipendente da psicofarmaci, hanno portato il giudice a disporre il suo arresto. Il tribunale ha ritenuto l’uomo pericoloso, capace di compiere altri crimini gravi e a rischio di inquinamento probatorio.