Nainggolan arrestato in Belgio – La vita spericolata dell’ex Inter: le indagini
Nainggolan arrestato in Belgio – La vita spericolata dell’ex Inter
Radja Nainggolan, ex centrocampista di Cagliari, Roma e Inter, è al centro di un’inchiesta per traffico internazionale di droga, in particolare cocaina, insieme ad altre 15 persone. L’indagine è partita da Aversa, città in cui è cresciuto, e lo vede coinvolto con accuse pesanti. Il suo avvocato, Omar Souidi, ha dichiarato che il giocatore «nega ogni responsabilità» e sta collaborando con gli inquirenti. Stamattina, Nainggolan sarà ascoltato dal giudice istruttore. Durante la perquisizione delle forze dell’ordine, l’ex calciatore si trovava in compagnia della fidanzata e non ha partecipato all’allenamento della sua attuale squadra, il Lokeren-Temse, nella seconda divisione belga. La polizia ha inoltre sequestrato la sua auto.
Le origini nel ghetto di Aversa
Nainggolan, nato da padre indonesiano e madre belga, ha vissuto un’infanzia difficile nel ghetto di Aversa. Ha raccontato di un passato segnato dall’abbandono paterno e dalle difficoltà economiche della madre, che lavorava duramente per mantenere la famiglia. Nonostante le sfide, Radja ha sempre cercato di aiutare economicamente la madre, anche inviandole parte del suo stipendio quando ha iniziato a guadagnare nel calcio professionistico.
Una vita tra eccessi e polemiche
Nainggolan si è distinto non solo per il suo talento in campo, ma anche per uno stile di vita spesso sopra le righe. Nel 2015 fu fermato in Belgio per guida in stato di ebbrezza, con un tasso alcolico ben oltre il limite consentito, episodio che gli costò la patente. Nel 2022 venne arrestato nuovamente per guida senza patente.
Nel corso della carriera, le sue abitudini, come fumare sigarette, lo portarono a essere escluso dalla Nazionale belga. Nel 2018, fece scalpore un video pubblicato sui social durante un festeggiamento di Capodanno in cui beveva, fumava e bestemmiava. Nello stesso anno, fu vittima di una truffa finanziaria, con perdite di 150.000 euro legate a presunti assegni clonati, sebbene alcune firme risultassero autentiche.
L’opinione di Walter Sabatini
Walter Sabatini, dirigente sportivo che lo portò alla Roma nel 2014, ha difeso Nainggolan, descrivendolo come un uomo generoso, ma spesso ingenuo. «Non credo possa aver fatto qualcosa di così grave da meritare il carcere. È un ragazzo buono, anche se a volte la sua bontà lo ha portato a comportarsi in modo avventato», ha dichiarato. Sabatini ha ricordato le “marachelle” del calciatore, come fare tardi la notte con gli amici, ma ha anche sottolineato la sua professionalità in campo: «Non ha mai saltato una partita».
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