
Negli ultimi 15 anni la ricchezza delle famiglie italiane è crollata dell’8,5% – Il ceto medio è sempre più povero. I dati shock
L’ultimo rapporto del Censis restituisce l’immagine di un Paese impoverito e con un divario sociale sempre più evidente.
Secondo l’analisi, tra il 2011 e il 2025 la ricchezza complessiva delle famiglie italiane, depurata dall’inflazione, si è ridotta dell’8,5%. Un arretramento significativo che conferma quanto già segnalato da Eurostat: l’Italia, insieme alla Grecia, è l’unico Stato europeo in cui il reddito reale dei nuclei familiari è sceso nell’arco degli ultimi vent’anni.
Il segmento che più ha subito questo peggioramento è quello della fascia media, storicamente considerata il perno economico del Paese. Il Censis rileva come la metà meno abbiente delle famiglie abbia visto evaporare quasi un quarto del proprio patrimonio (-23,2%). Le situazioni diventano ancora più critiche tra il sesto e l’ottavo decile, dove la contrazione varia dal -35,3% al -24,3%. Anche chi si colloca subito sotto la fascia più ricca, nel nono decile, registra una riduzione marcata, pari al 17,1%. In controtendenza, solo il 10% più benestante è riuscito a incrementare i propri asset, seppur moderatamente (+5,9%).
La distribuzione della ricchezza fotografata all’inizio del 2025 mostra un Paese sempre più sbilanciato. Il 60% dell’intero patrimonio nazionale è concentrato nelle mani dei 2,6 milioni di nuclei più abbienti, appartenenti all’ultimo decile della popolazione.
Ancora più rilevante il dato che riguarda il vertice: il 5% delle famiglie più ricche, circa 1,3 milioni di nuclei, possiede da solo quasi la metà della ricchezza complessiva (48%). Intanto, i 13 milioni di famiglie collocate nella parte bassa della distribuzione continuano a perdere terreno, passando dall’8,7% della ricchezza totale nel 2011 a un misero 7,3% nel 2025.
Il quadro complessivo evidenzia dunque un’Italia sempre più polarizzata, con un ceto medio in affanno e una concentrazione del patrimonio che continua a crescere.