Nei cellulari inutilizzati ci sono oro, argento e rame – I nuovi ‘giacimenti’ nei cassetti delle case

21/01/2022

Negli smartphone inutilizzati c’è oro, argento e rame. I nuovi ‘giacimenti’ si possono considerare i cassetti delle case che custodiscono cellulari ormai vecchi

Ma grazie all’economia circolare si possono recuperare e riciclare i materiali contenuti nei diversi componenti.  Su questo tema  i ricercatori dell’Enea hanno fatto partire una serie di iniziative e ricerche volte, come il il progetto Portent, cofinanziato dalla Regione Lazio e condotto dal Laboratorio Enea “Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali”.

Dell’interessante iniziativa ha parlato Il Sole 24 Ore:
“A sostenere la decisione di mandare avanti il progetto che punta a sviluppare “un nuovo processo per il recupero di materiali e metalli di elevato valore da telefoni cellulari a fine vita in ottica di economia circolare”, la crescita dei rifiuti derivanti da strumenti elettrici ed elettronici. «La quantità di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, soprattutto a causa di tempi di obsolescenza tecnica sempre più ridotti è in crescita – dice Danilo Fontana, ricercatore Enea e responsabile del progetto –. Questo fenomeno potrebbe generare seri problemi di gestione legati alla presenza di metalli e sostanze nocive che rappresentano un rischio reale per la salute dell’uomo e dell’ambiente».

Così aggiunge il quotidiano di economia e finanza: 
“Secondo i dati forniti dall’Enea e relativi al rapporto Raee nel 2020 la crescita della raccolta di questa tipologia di rifiuti è stata del +7,68 per cento rispetto al 2019, raggiungendo 78 mila tonnellate. Nella regione Lazio, dove la quota di materiali raccolta è stata di 6 mila tonnellate, la crescita ha registrato un balzo di 2,4 mila tonnellate rispetto all’anno precedente. Una tonnellata di schede elettroniche da telefoni a fine vita contiene in media 276 grammi d’oro, 345 d’argento, 132 chilogrammi di rame. «Se si considerano poi altri componenti, come magneti e antenne integrate ad esempio, l’elenco si allunga con le terre rare (quali ad esempio neodimio, praseodimio e disprosio) che possono raggiungere 2,7 chilogrammi per tonnellata di smartphone».

Per le attività di recupero viene in aiuto la tecnologia. Così conclude Il Sole 24 Ore: “Grazie a quelle attuali è possibile riciclare oltre il 96 per cento di questi dispositivi elettronici, recuperando quantità significative di metalli preziosi con gradi di purezza elevati – argomenta il ricercatore –. Questo permetterebbe di evitare il depauperamento delle risorse naturali e l’approvvigionamento di alcune di queste materie prime critiche presenti prevalentemente in Paesi politicamente instabili”.

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