
Nel Regno Unito svolta sulle auto elettriche: arriva la tassa a Km – E ora si teme un effetto domino sull’Europa
Regno Unito, stretta sulle auto elettriche: dal 2028 scatta la tassa “pay-per-mile”
Il governo britannico ha confermato una misura destinata a ridisegnare la mobilità del futuro: a partire dal 2028 chi guida un’auto elettrica pagherà una tassa proporzionata ai chilometri percorsi. Gli EV saranno tassati 3 pence per miglio, mentre per i plug-in hybrid il prelievo sarà dimezzato. L’obiettivo è compensare il calo di entrate derivante dalla progressiva scomparsa dei carburanti tradizionali e delle accise che li accompagnano.
La ministra del Tesoro Rachel Reeves ha presentato la riforma definendola un passo necessario per riequilibrare i conti pubblici nella nuova era della transizione energetica. «Tutte le auto contribuiscono all’usura delle strade. È giusto che il prelievo rifletta quanto si guida», ha dichiarato, anticipando le critiche arrivate subito dopo l’annuncio.
Il meccanismo è intuitivo e avrà impatto immediato sulle tasche dei cittadini: chi percorre 8.000 miglia all’anno si troverà a pagare circa 240 sterline, una cifra che resta comunque inferiore a quella sostenuta da chi utilizza un’auto a benzina o diesel. Ma per molti osservatori il vero problema non è economico, bensì psicologico: la tassa potrebbe far crescere i dubbi sulla convenienza dell’elettrico proprio mentre il mercato mostra segnali di rallentamento.
Secondo l’Office for Budget Responsibility, il nuovo prelievo garantirà 1,1 miliardi di sterline già nel primo anno, per arrivare a quasi 2 miliardi entro il 2031. Un apporto fondamentale, considerando che entro il 2050 il Regno Unito rischia di perdere lo 0,6% del PIL in entrate fiscali a causa della scomparsa dei carburanti fossili.
Durissima la reazione dell’industria: la SMMT avverte che la tassa potrebbe affossare la domanda e rendere più ardui i target ambientali. E i precedenti internazionali non rassicurano: in Nuova Zelanda misure simili hanno fatto crollare le immatricolazioni di EV, mentre in Islanda l’effetto è stato neutro.
Con un mercato già in difficoltà — nonostante gli incentivi fino a 3.750 sterline — l’introduzione di una tariffa chilometrica rischia di far percepire l’elettrico come meno vantaggioso. Una scelta che, secondo alcuni, arriva troppo presto, in un Paese dove l’infrastruttura di ricarica non è ancora capillare.
Il timore è che anche l’Europa possa seguire l’esempio britannico, riducendo ulteriormente il vantaggio economico dell’elettrico già eroso dal caro-energia. La transizione, oggi più che mai, richiede una strategia chiara: senza un patto stabile tra cittadini e istituzioni, nessuna tassa potrà guidare davvero il cambiamento.