
Terremoto Palamara: “Tornerò in Magistratura: chiedo la revisione della sentenza disciplinare, ci sono le prove”

Luca Palamara: “Tornerò in Magistratura: chiedo la revisione della sentenza disciplinare, ci sono le prove”
Luca Palamara, ex magistrato ed ex figura di spicco nel mondo giudiziario italiano, è tornato a far parlare di sé con un’intervista al Giornale, in cui annuncia l’intenzione di chiedere la revisione della sentenza disciplinare che lo ha escluso dalla magistratura. Palamara, oggi scrittore e commentatore, sostiene con decisione di voler tornare a indossare la toga, sentendosi finalmente assolto dal fango mediatico e giudiziario che – a suo dire – lo ha colpito ingiustamente.
Secondo l’ex membro del CSM, quanto accaduto negli anni scorsi è il frutto di un sistema distorto, in cui giochi di potere, vendette incrociate e fughe di notizie pilotate hanno costruito contro di lui una narrazione menzognera. Le recenti dichiarazioni della Procura Generale di Perugia, che smentiscono alcune accuse storiche nei suoi confronti e parlano apertamente di calunnie, sarebbero una conferma delle sue posizioni. Palamara sottolinea come dietro a queste vicende ci fosse un meccanismo oscuro di pressioni e silenzi, dove elementi chiave delle indagini venivano trasmessi illegalmente da figure interne agli apparati istituzionali, poi mai realmente indagate.
In particolare, accusa l’avvocato Piero Amara – noto per le sue dichiarazioni su presunte trame segrete nella magistratura – di aver manipolato le accuse per interesse personale. Secondo Palamara, Amara avrebbe assecondato la debole ipotesi accusatoria per alleggerire le sue posizioni giudiziarie, approfittando anche dell’assenza di un procuratore capo a Perugia in quel periodo. La questione della cosiddetta “loggia Ungheria”, raccontata da Amara ma poi considerata infondata, è un altro esempio di come il racconto giustizialista sia stato, a suo avviso, usato strumentalmente per colpire persone e distorcere la realtà.
«Amara – ha dichiarato Palamara – ” ha semplicemente fatto il suo gioco per risolvere le questioni processuali che lo riguardavano. Quando ha capito che per uscirne fuori doveva assecondare l’ipotesi accusatoria traballante che mi riguardava non ha indugiato, peraltro in un momento nel quale a Perugia mancava il Procuratore capo».
sulla loggia Ungheria Palamara risponde:
«Ricordiamoci sempre che nel nostro paese ognuno utilizza il tema giustizia a suo uso e consumo. La vicenda della loggia Ungheria si inserisce in questo contesto: si trattava di una bufala sin dalle prime battute perché sul versante delle nomine del Csm notoriamente non c’era mai stata alcuna interferenza da parte di quei fantomatici personaggi. Ma cavalcare quella storia in quel momento faceva comodo ad una parte dell’informazione fino a quando nel luglio del 2022 Raffaele Cantone ha deciso di porre fino a questo stillicidio ben consapevole di quello che stava accadendo all’interno del suo ufficio a seguito della vicenda del cancelliere accusato di passare notizie a Repubblica, al Corriere e al Fatto quotidiano».
Sulla possibilità che nuovi vertici dell’Anm riconoscano che l’epurazione è stata un errore?
«Voglio confidare nell’onestà intellettuale di tutti perché prima di ogni cosa deve venire il bene della magistratura. Ma sinceramente temo che ancora non ci siano le condizioni perché questo possa avvenire. Dopo le note vicende del maggio del 2019 si è ritornati ad uno scenario in cui la maggioranza interna è dominata da un accordo tra la sinistra giudiziaria ed il centro ed in cui inevitabilmente la componente più moderata finisce per dover assecondare i desiderata del sistema. Mi sembra che sulle colonne di questo giornale un’importante esponente della magistratura associata abbia chiaramente sottolineato il ruolo di opposizione politica svolto dalla presidenza Santalucia nell’ultimo periodo che per debolezza non ha mai affrontato i mali veri che affliggono il nostro mondo».