Eurozona – L’inflazione scende sotto il 2%. Ora la Bce può accelerare il taglio dei tassi

I mercati finanziari sono in attesa dei dati sull’inflazione nell’Eurozona. Nel novembre 2023, il tasso d’inflazione annuale era sceso al 2,4%, rispetto al 2,9% di ottobre e all’11,1% dell’anno precedente.

I principali contributi al tasso di inflazione provenivano dai servizi, alimentari, alcol, tabacco, beni industriali non energetici ed energia. C’è preoccupazione per il rischio di stagnazione, con alcuni esperti che avvertono sul pericolo di un ritorno ai livelli pre-pandemici. L’inflazione core è ancora alta (3,6%), ma il processo di disinflazione sembra in corso.

Tomasz Wieladek, economista di T. Rowe Price, avverte che senza ulteriori shock sulle materie prime, l’inflazione potrebbe scendere rapidamente verso il 2% fissato dalla BCE, ma il rischio maggiore è la stagnazione se la BCE restringe troppo rapidamente i tassi. L’andamento dell’inflazione influenzerà la politica monetaria, con la BCE che potrebbe considerare tagli dei tassi se la crescita è debole o se l’inflazione si avvicina al 2% più velocemente del previsto.

Nonostante i mercati abbiano già anticipato un ciclo di tagli dei tassi, la conferma di questa prospettiva dipenderà dai dati futuri. Gli esperti sono ottimisti riguardo al contesto macroeconomico nel 2024, ma sottolineano che le valutazioni dei mercati sono leggermente sopravvalutate. In Italia, i dati preliminari sull’inflazione a dicembre saranno rilasciati il 5 gennaio dall’Istat, con il precedente mese di novembre che ha registrato una diminuzione mensile dello 0,5% e un aumento annuo dello 0,7%, principalmente a causa dei prezzi energetici.