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22/01/2025
La storia dell’Intelligence italiana, i nostri “Servizi segreti” – Dal SISMI/SISDE ad AISE/AISI
La storia dell’Intelligence italiana, i nostri “Servizi segreti”
Il sistema di intelligence italiano è organizzato in una struttura definita “binaria,” composta da due principali agenzie: l’AISE (Agenzia per le Informazioni e la Sicurezza Esterna) e l’AISI (Agenzia per le Informazioni e la Sicurezza Interna). Queste due organizzazioni sono coordinate dal DIS (Dipartimento Informazioni per la Sicurezza), che rappresenta il vertice del comparto.
Evoluzione del sistema: Leggi 801/1977 e 124/2007
Il modello attuale di intelligence nasce dalla riforma introdotta con la legge 124 del 2007, che ha sostituito la legge 801 del 1977. Quest’ultima aveva segnato un punto di svolta attribuendo la responsabilità dell’intelligence alla politica e creando un modello binario. Essa istituì il SISMI (Servizio Informazioni Sicurezza Militare), focalizzato sulle attività esterne, e il SISDE (Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica), responsabile della sicurezza interna. Questi due servizi dipendevano rispettivamente dal Ministero della Difesa e dal Ministero dell’Interno, con il Presidente del Consiglio incaricato di supervisionarli attraverso il CESIS (Comitato Esecutivo per i Servizi di Sicurezza).
Molti esperti considerano il periodo post-1977, caratterizzato da figure di spicco come l’ammiraglio Fulvio Martini del SISMI, uno dei più produttivi nella storia dell’intelligence italiana.
“L’intelligence nazionale subì un importante trasformazione con la legge 801 del 1977, passando nella piena responsabilità della politica – scrive Francesco Sisto sul sito del Ministero della Difesa – ” La legge 801 portò il sistema ad un modello (binario) che divideva il Servizio Informazioni Sicurezza Militare (SISMI) dal Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica (SISDE) di tipo civile. Le due nuove agenzie furono poste alle dirette dipendenze dei ministri della Difesa (SISMI) e dell’Interno (SISDE), mentre l’alta direzione e la responsabilità della politica informativa e della sicurezza furono assegnate al presidente del consiglio dei ministri.
Quest’ultimo, per il coordinamento dei due enti, si doveva avvalere del segretario del Comitato Esecutivo per i Servizi di Sicurezza (CESIS). Importante sottolineare che al SISMI fu affidato l’attività all’estero, ai fini della sicurezza nazionale, invece al SISDE fu assegnato il compito della sicurezza della Repubblica e delle sue istituzioni. Molti affermano che i risultati migliori per l’intelligence italiana arrivarono proprio con la legge 801 del 1977 con la creazione di SISMI e SISDE.
A tale riguardo, una figura di spicco del SISMI fu l’ammiraglio Fulvio Martini, nome in codice “Ulisse”; l’ammiraglio fu direttore dell’agenzia dal maggio del 1984 al febbraio del 1991.
Come accennato in precedenza il modello organizzativo dell’intelligence italiana rimase invariato fino al 2007, quando il Parlamento approvò un importante riforma, la legge 124/2007, “Sistema d’informazioni per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto di Stato”, che andò a sostituire la legge 801 del 1977. A tale riguardo, Alberto Pagani nel suo saggio “Manuale di intelligence e servizi segreti” scrive: “Con la 124 il Parlamento ha varato una riforma complessiva della politica dell’informazione per la sicurezza, nell’interesse e per la difesa della Repubblica e delle istituzioni democratiche poste dalla Costituzione a suo fondamento”.
È bene precisare che con questa nuova legge vennero ridisegnati organi, funzioni e compiti del sistema d’intelligence. Il SISMI fu sostituito con l’AISE mentre il SISDE con l’AISI.
Come accennato in precedenza le due nuove agenzie sono coordinate dal DIS, che prese il posto del CESIS. Inoltre, AISE e AISI non dipendono più dal ministro della Difesa e dal ministro dell’Interno (fortemente ridimensionati). Infatti, la nuova legge attribuisce direttamente al presidente del consiglio dei ministri l’alta direzione e la responsabilità del comparto dell’intelligence nazionale.
Il presidente del consiglio può designare un’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.
Inoltre, è stato istituito il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR); è stato creato anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR) e tra i suoi compiti vi è quello di verificare che “l’attività del Sistema di Informazioni per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione, delle leggi e nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni”.
Il generale Mario Mori (direttore del SISDE dall’ottobre del 2001 al dicembre 2006), in merito alla legge 124 del 2007, scrive: “Rappresenta una svolta rilevante nella storia dei nostri Servizi, poiché definisce e inquadra compiti, criteri e princìpi che regolano le funzioni dell’intelligence nazionale, con un’organicità e un’accuratezza mai registrate in precedenza”.1
Le principali novità apportate dalla 124 sono:
. la dipendenza della comunità d’intelligence, attribuita direttamente al presidente del consiglio dei ministri;
. la definizione del sistema d’informazione e delle sue interazioni con le altre amministrazioni Statali, fra cui l’Autorità Giudiziaria;
. le garanzie funzionali per gli operatori, tese a favorire e proteggere la loro attività e quella delle fonti;
. la nuova disciplina del “segreto di Stato” e del “controllo parlamentare” sulle condotte del comparto dell’intelligence nazionale.
Per quanto concerne il profilo strettamente operativo, secondo procedure prefissate, agli agenti è consentito oggi di:
. assumere identità fittizie;
. costituire società di copertura per attività simulate;
. effettuare intercettazioni telefoniche e telematiche;
. commettere, previa autorizzazione formale, reati funzionali alla conduzione di attività informative;
. accedere a numerose banche dati.2
In sostanza, la legge 124 ha notevolmente rivisto il campo di competenza della nostra intelligence. Infatti, oltre ai classici interessi di tipo politico-militare, oggi la nostra intelligence è chiamata a proteggere e supportare anche quelli economici, scientifici e industriali.
Queste importanti novità introdotte con la legge 124 prevedono alcuni aspetti del concetto di Sicurezza Nazionale, anche se in Italia non esiste un Consiglio per la Sicurezza Nazionale”
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