
A Milano l’ “invasione” dei super miliardari che lasciano Londra – In fuga dal Regno Unito, vogliono Milano per la Flat Tax

A Milano arrivano i super miliardari e lasciano Londra, in fuga dal Regno Unito
Il fenomeno dell’esodo dei super facoltosi dalla metropoli inglese continua senza sosta.
L’industriale dell’acciaio di origine indiana, Lakshmi Mittal, starebbe considerando di abbandonare la Gran Bretagna dopo tre decenni di permanenza, in seguito all’eliminazione del privilegio fiscale per i “non-domiciliati” decisa dall’amministrazione laburista.
Secondo quanto rivelato da fonti economiche autorevoli, il magnate settantaquattrenne – che controlla il 40% di ArcelorMittal, la seconda azienda siderurgica mondiale e protagonista della complicata vicenda dell’acciaieria italiana Ilva – avrebbe confidato ai suoi collaboratori l’intenzione di trasferirsi in una giurisdizione fiscalmente più vantaggiosa.
Le destinazioni più probabili includono gli Emirati Arabi, la Confederazione Elvetica o la Penisola italiana. Del resto, l’imprenditore possiede già numerose proprietà sparse per il mondo: uno chalet a St. Moritz, immobili in diverse nazioni europee, negli Stati Uniti e nel continente asiatico, oltre a nuovi acquisti in corso a Dubai.
Nel Regno Unito, la sua residenza più prestigiosa è situata nell’esclusiva zona di Kensington Palace Gardens, acquistata nel 2004 dall’ex patron della Formula 1 Bernie Ecclestone per circa 67 milioni di sterline, equivalenti oggi a oltre 121 milioni di euro.
La svolta fiscale britannica
Il regime dei “non-dom”, introdotto più di duecento anni fa, permetteva ai residenti britannici con residenza permanente dichiarata all’estero di evitare la tassazione sui guadagni generati fuori dai confini nazionali. Questa normativa ha attratto numerosi ricchissimi individui nel Regno Unito per generazioni.
La sua abolizione, promessa durante la campagna elettorale e confermata dalla nuova legge finanziaria presentata dalla Ministra dell’Economia Rachel Reeves, ha innescato un movimento migratorio di super ricchi alla ricerca di alternative più convenienti. Contemporaneamente, il governo ha anche eliminato l’utilizzo dei trust offshore per aggirare l’imposta britannica sulle successioni, pari al 40%.
Il caso Milano
“L’Italia, e in particolare Milano – si legge sul Corriere della Sera è divenuta una destinazione privilegiata per questi «migranti di lusso» grazie a un regime fiscale introdotto nel 2017. Secondo Marco Cerrato, partner dello Studio Maisto e Associati, su circa 4.500 persone che usufruiscono della flat tax sul reddito, circa la metà ha scelto li capoluogo lombardo. Questo regime prevede una tassa forfettaria annuale sui redditi esteri per i nuovi residenti, che era inizialmente fissata a 100.000 euro e successivamente raddoppiata a 200.000 euro nel 2024. Nonostante l’aumento, l’Italia continua ad attrarre un numero crescente di individui ad alto patrimonio netto. Ma l’incremento significativo di questi nuovi residenti, che cercano location attraenti per stabilirsi, pagando meno tasse, comincia ad avere un impatto rilevante sul mercato immobiliare locale, con un aumento dei prezzi delle proprietà di lusso e una crescente pressione anche sul mercato immobiliare non di lusso. Al crescere del flusso dei ricconi, crescono perciò le critiche degli abitanti.
Su Milano – scrive ancora il Corriere – ” avrebbe messo gli occhi anche Bernard Arnault, 76 anni, fondatore, presidente e ceo di LVMH e quarto uomo più ricco del pianeta, con un patrimonio stimato in 176,7 miliardi dall’indice dei miliardari di Bloomberg. Il re del lusso francese ha acquisito nel dicembre 2022 la storica Casa degli Atellani a Milano, in Corso Magenta 65. Questa dimora rinascimentale, restaurata nel 1919 dall’architetto Piero Portaluppi, è celebre per ospitare la Vigna di Leonardo, un vigneto originariamente donato a Leonardo da Vinci da Ludovico il Moro nel 1498. Dopo aver considerato diverse opzioni per l’utilizzo di Casa degli Atellani, l’idea di trasformarla in una struttura ricettiva sarebbe stata accantonata, per renderla la sua residenza principale. Una scelta che potrebbe essere influenzata dai vantaggi fiscali offerti dall’Italia ai nuovi residenti. E’ vero che a gennaio di quest’anno Arnault ha smentito le voci su un possibile trasferimento del gruppo LVMH. Pur sottolineando che le misure fiscali proposte in Francia potrebbero incentivare le delocalizzazioni, l’imprenditore ha spiegato che non è prevista alcuno spostamento dell’azienda. Però non si tratterebbe di trasferire la sede del gruppo, bensì la sua residenza personale e il domicilio fiscale”.