Caro Casa – In molte città avere un lavoro non basta per avere un’abitazione. I dati allarmanti

Secondo l’Osservatorio Casa Abbordabile in collaborazione con il Politecnico di Milano, in molte città italiane il reddito dichiarato è notevolmente al di sotto della soglia per sostenere i costi degli affitti.

A Milano, ad esempio, il 34% dei contribuenti dichiara un reddito lordo inferiore a 15.000 euro all’anno, una cifra insufficiente date le spese di vita elevate. Dati di Numbeo mostrano che gli affitti a Milano sono aumentati del 39% dal 2015, mentre lo stipendio medio netto è cresciuto solo del 7%. A Bologna, gli affitti sono saliti del 53%, ma i redditi netti sono rimasti invariati. A Roma, gli stipendi netti sono pressoché immutati, mentre gli affitti sono aumentati del 6,3%.

In contrasto, a Napoli, il prezzo degli affitti è cresciuto dell’18%, ma i redditi medi netti sono aumentati del 58%, passando da circa 900 euro al mese netti nel 2015 a circa 1400 nel 2023. Tuttavia, questo livello di reddito rimane insufficiente per sostenere il costo della vita in città come Milano o Bologna.

“Da un lato – spiega Will_Ita – “ci sono città come Milano, Bologna e Roma in cui il costo dell’abitare è fuori misura rispetto ai redditi dichiarati nelle città stesse, e dall’altro intere aree urbane e extraurbane che si stanno spopolando e il cui il prezzo di affitto o compravendita è calato significativamente negli ultimi anni.

Non è chiaro fino a quando la pressione sulle città dovrà continuare prima di spingere chi ci abita a considerare zone meno centrali. Città come Milano stanno ad esempi estendendo sempre più i propri confini, avvicinandosi a grandi città europee con Parigi, Londra o Berlino – rispetto alle quali la dimensione rimane ancora contenuta.

Nel frattempo, decine di migliaia di persone continuano a spendere la metà del proprio reddito in affitto e a spostarsi verso città che costano sempre di più”.

Il grafico Numbeo (in viola il prezzo degli affitti al m. quadro. In rosso gli stipendi)