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02/10/2024

Diabete, per la prima volta al mondo guarisce con autotrapianto – La svolta rivoluzionaria

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Diabete, per la prima volta al mondo guarisce con autotrapianto – La svolta

La cura del diabete ha fatto un passo rivoluzionario con il primo successo mondiale di un autotrapianto di cellule staminali riprogrammate, che ha permesso a una paziente di produrre insulina autonomamente. Questo innovativo trattamento ha liberato la giovane donna dalle iniezioni quotidiane di insulina, segnando una svolta nel trattamento del diabete di tipo 1. I risultati di questo traguardo sono stati pubblicati sulla rivista Cell e mostrano una soluzione personalizzata che elimina il rischio di rigetto, aprendo nuove prospettive per milioni di persone affette da questa malattia.

La paziente, una donna di 25 anni di Tianjing, affetta da diabete di tipo 1, ha iniziato a produrre la propria insulina meno di tre mesi dopo il trapianto di cellule staminali riprogrammate. Queste cellule, prelevate dal suo corpo, sono state fatte regredire a uno stato pluripotente e poi convertite in cellule pancreatiche in grado di produrre insulina. La donna, intervistata da Nature, ha dichiarato di poter ora consumare zucchero liberamente, oltre un anno dopo il trapianto.

L’intervento

Il trattamento è stato condotto da un team di ricercatori guidato dal biologo cellulare Deng Hongkui della Peking University di Pechino. In questa sperimentazione, sono state prelevate cellule da tre pazienti con diabete di tipo 1 e riportate allo stato indifferenziato, che consente di farle sviluppare in diverse direzioni. A giugno 2023, i ricercatori hanno trapiantato circa 1,5 milioni di queste cellule riprogrammate nei muscoli addominali della paziente, un intervento durato meno di mezz’ora. In appena due mesi e mezzo, la donna produceva abbastanza insulina da poter vivere senza iniezioni e senza pericolose fluttuazioni dei livelli di zucchero nel sangue.

I risultati del trattamento per le altre due persone coinvolte nella sperimentazione saranno disponibili a novembre, e, in base ai dati raccolti, il test potrà essere esteso ad altri pazienti, aprendo nuove possibilità di cura per una malattia che colpisce milioni di persone a livello globale.

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