
“Giù le mani”: negli Usa 1.200 manifestazioni contro Trump e Musk – Fiumi di gente a New York

“Giù le mani”: negli Usa 1.200 manifestazioni contro Trump e Musk
Con lo slogan “Giù le mani” (“Hands Off”), si è svolta quella che è stata definita la più imponente ondata di mobilitazioni contro Donald Trump e Elon Musk negli Stati Uniti da quando Trump è tornato alla guida del Paese.
In tutti e 50 gli Stati americani sono state organizzate più di 1.200 manifestazioni, mentre numerose iniziative di protesta si sono tenute anche in diversi Paesi del mondo, coinvolgendo città come Londra, Parigi, Roma, Berlino e Lisbona.
Il cuore della protesta è stato Washington D.C., dove una folla di migliaia di persone si è riunita sul National Mall, proprio ai piedi del celebre obelisco del Washington Monument e a pochi passi dalla Casa Bianca. Qui, cittadini di tutte le età, provenienti da ogni angolo degli Stati Uniti, sono arrivati a bordo di autobus organizzati per partecipare alla protesta. I manifestanti hanno mostrato cartelli e striscioni creativi e provocatori, lanciando messaggi forti come “Svegliatevi e sentite l’odore del golpe”, “Trump gioca a golf mentre l’America brucia” o giochi di parole come “Aren’t you tariffied?” (che richiama il termine “tariffe” e la paura).
Le critiche sono rivolte sia a Trump che a Musk, ritratti nei cartelli come figure autoritarie. Le accuse spaziano dall’attacco ai diritti civili, ai tagli alla sanità pubblica, alla minaccia per la democrazia. Gli organizzatori e i partecipanti denunciano un’agenda politica aggressiva che, secondo loro, mira a smantellare le strutture fondamentali dello Stato sociale americano. Tra i punti caldi: la riduzione dei fondi pubblici, il licenziamento dei dipendenti statali, lo smantellamento delle tutele per i consumatori e la distruzione di programmi essenziali come Medicaid. Il tutto, accusano, per finanziare benefici fiscali destinati a una ristretta élite miliardaria.
La manifestazione ha visto la partecipazione di oltre 150 organizzazioni, tra cui Greenpeace, Human Rights Campaign (che tutela i diritti LGBTQ+) e il Service Employees International Union, sindacato che rappresenta due milioni di lavoratori. Sono intervenuti anche membri del Congresso, come Jamie Raskin, Ilhan Omar e Maxwell Frost, con brevi interventi dal palco.
Secondo Ezra Levin, fondatore del movimento Indivisible, questa protesta è tra le più vaste e significative degli ultimi anni negli Stati Uniti, e lancia un segnale forte e inequivocabile all’amministrazione e al Congresso: i cittadini non sono disposti a cedere la propria democrazia agli interessi dei più ricchi.
Oltre ai cortei negli USA, anche in Europa si sono registrate proteste. A Berlino, manifestanti si sono ritrovati davanti a uno showroom Tesla per protestare contro Musk, invitando i cittadini americani residenti in Germania a unirsi contro la deriva politica negli USA. A Londra, Trafalgar Square è stata teatro di slogan come “Basta odio Maga” e “Scaricate Trump”. A Parigi, un gruppo di americani ha manifestato a Place de la République per ribadire l’importanza del rispetto della democrazia e dei diritti civili.
Anche se i numeri non hanno raggiunto quelli della famosa Women’s March del 2017, che portò mezzo milione di persone a Washington dopo la prima elezione di Trump, il malcontento sta crescendo. L’indice di gradimento del presidente, infatti, è sceso al 43%, il livello più basso da quando è tornato alla Casa Bianca.
Le proteste rappresentano una risposta diffusa e articolata alla linea politica dell’amministrazione Trump e all’influenza crescente di figure come Musk, percepiti da molti come minacce alla libertà, ai diritti civili e allo stato sociale negli Stati Uniti.