
Milan, il fallimento è completo – Perde anche la coppa Italia in un anno disastroso. Ora arriva il repulisti

Il Milan ha toccato il fondo di una stagione da dimenticare, chiudendo nel peggiore dei modi con la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Bologna. Un epilogo amaro che suggella un’annata deludente non solo dal punto di vista sportivo, ma anche per l’immagine complessiva trasmessa dal club. Il Milan di un tempo, quello vincente e orgoglioso, sembra definitivamente tramontato.
L’ottavo posto in campionato, l’eliminazione prematura dalla Champions League e ora anche questa finale persa, ridimensionano ulteriormente una squadra incapace di trasmettere l’identità di un club che dovrebbe essere protagonista. Anche la vittoria della Supercoppa italiana a gennaio appare ora irrilevante, un fuoco di paglia in mezzo a tante prestazioni grigie. Per accedere a una competizione europea l’anno prossimo, il Milan dovrà vincere le ultime due partite di campionato, e anche in quel caso si tratterebbe solo della Conference League, competizione che molti tifosi preferirebbero evitare per concentrarsi su un nuovo progetto, magari con Antonio Conte in panchina. Ma Conte non arriverà.
Una finale che svela tutte le lacune
La partita contro il Bologna ha evidenziato tutti i limiti di questa squadra. Nonostante qualche recente miglioramento, nella gara decisiva il Milan si è sciolto. Tiro in porta praticamente inesistente, con un’unica vera occasione per Jovic, sprecata. I migliori della stagione, Reijnders e Pulisic, non pervenuti. Leao è partito bene ma si è poi spento, mentre l’alternanza continua di punte centrali – Jovic, Gimenez, Abraham – non ha prodotto nulla di concreto. In tribuna, i volti scuri di Furlani, Ibrahimovic e Moncada raccontano la delusione profonda.
Il Milan ha viaggiato a corrente alternata sin da agosto, alternando buone prestazioni ad altre ben sotto le aspettative. Anche quando la squadra ha trovato un minimo di continuità, lo ha fatto senza dare l’impressione di costruire qualcosa. Si vedono alcuni talenti (Reijnders, Pulisic, Theo, Leao a sprazzi), ma manca totalmente un’idea collettiva di gioco.
Il tecnico Conceição, pur avendo apportato qualche miglioramento in fase difensiva, non è riuscito a rendere il Milan una squadra aggressiva e dominante. Il suo addio sembra ormai certo. Con lui saluteranno altri elementi: Joao Felix, deludente dopo il buon esordio contro la Roma; Kyle Walker, mai integratosi davvero; forse anche uno tra Maignan e Theo Hernandez, leader sulla carta ma incapaci di trascinare il gruppo. In uscita anche uno tra Tomori e Thiaw, visto che in difesa serve un restyling. Su Leao pesano le eventuali offerte, che al momento non sono arrivate.
Giorgio Furlani, amministratore delegato, dovrà decidere come riorganizzare la macchina societaria, magari con un maggiore coinvolgimento di Ibrahimovic. Le decisioni da prendere sono complesse: cambiare struttura decisionale, intervenire sulla gestione del gruppo, fare scelte coraggiose, anche se impopolari. Il Milan rimane in attesa, in bilico, senza una direzione chiara, mentre il tempo per ripartire si accorcia sempre di più.