Territorio
22/12/2023
A Milano 2 gioielli di Natale: i Presepi settecenteschi, patrimonio prezioso della città. Ecco dove vederli
A Milano 2 gioielli di Natale: i Presepi settecenteschi, patrimonio prezioso della città. Ecco dove vederli
Lasciati incantare dalle rappresentazioni più belle della Natività.
A Milano puoi ammirare due delle tipologie di presepi più apprezzate dall’aristocrazia e ricca borghesia milanese del Settecento. Si tratta dei raffinati presepi di carta realizzati dal pittore Francesco Londonio, di cui tuttavia sono rimasti pochi esemplari per la fragilità dei materiali usati.
Li trovi al Museo Diocesano Carlo Maria Martini e nella cosiddetta Cappella del Presepe presso la Chiesa Parrocchiale di San Marco in zona Brera.
Alla Pinacoteca Ambrosiana, invece, alcune riproduzioni in scala ridotta collocate nella singolare Cripta di San Sepolcro.
IL PRESEPE DI FRANCESCO LONDONIO
Proveniente dalla villa Gernetto di Lesmo, in Brianza, il presepe è composto da circa sessanta figure sagomate, dipinte a tempera su carta e cartoncino con lumeggiature a biacca, ed è stato realizzato da Francesco Londonio (1723-1783), pittore lombardo che dedica interamente la sua attività alla pittura di genere, specializzandosi in tematiche bucoliche, con scene di vita contadina.
Il presepe è stato realizzato fra il settimo e l’ottavo decennio del Settecento, su commissione del conte Giacomo Mellerio, appassionato collezionista e proprietario della villa Gernetto dove lo stesso pittore era stato ospite. Si tratta di uno dei pochi esemplari di questo genere rimasto integro ed era destinato ad essere allestito nel periodo natalizio nel salone della Villa. Già nel corso dell’Ottocento, gli eredi fecero montare le sagome entro cornici ovali o rettangolari che furono usate come decoro stabile per i saloni della residenza brianzola.
Studi recenti inducono ad ipotizzare che le figure del “presepe del Gernetto” appartenessero in realtà a tre “presepi di carta”, probabilmente acquisiti in momenti diversi dagli antichi proprietari, ma riconducibili allo stesso ambito storico artistico.
Il presepe è giunto al Museo Diocesano attraverso un iter collezionistico facilmente ricostruibile: dai Mellerio passa ai Cavazzi della Somaglia per via di Giacomo junior (1777-1847) che, morendo senza eredi, lascia il suo patrimonio all’omonimo pronipote Cavazzi della Somaglia. Il presepe resta di proprietà di questa famiglia fino al 2017, quando Anna Maria Bagatti Valsecchi li ha generosamente donati al Museo Diocesano.
Il presepe è stato in parte restaurato e sarà esposto ogni anno in occasione del Natale.
Il Natale nella Cripta di San Sepolcro
Dal 30 novembre 2023 al 6 febbraio 2024 sarà possibile ammirare, all’interno dei suggestivi ambienti della Cripta di San Sepolcro, la mostra Contemplare il Natale nella Cripta di San Sepolcro. Diorami dalla collezione del Museo del Presepio di Dalmine (Bergamo).
I diorami sono una riproduzione in scala ridotta di una scena presepiale, pensati e costruiti immaginando uno spettatore che si colloca davanti ad una finestra ad ammirare la natività. Il termine diorama ha origini greche e significa “guardare attraverso”, quindi guardare attraverso un vetro.
Un presepio a diorama è costituito da una scena costruita in prospettiva, per dare l’illusione di uno spazio più ampio e profondo, racchiusa in una cassa che, opportunamente arrotondata e dipinta, funge anche da sfondo paesaggistico oltre che da contenitore. La bellezza dei diorami risiede nell’uso della prospettiva per creare scorci e profondità nel paesaggio, nella capacità di narrazione della scena con tutti i suoi rimandi simbolici e nella ricchezza dei particolari.
Per fruire pienamente dei presepi nei diorami esiste solo una ricetta: prendersi del tempo per soffermarsi ad ammirare la storia che ci narrano, lasciandoci rapire dai singoli dettagli: un’architettura, una strada che si allontana verso lo sfondo, un personaggio particolare, un piccolo animale, una stanza arredata; il tutto senza mai perdere di vista la natività, tema centrale e fulcro di ogni presepio.
La foto dal sito del Comune di Milano
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