Milano – Abuso edilizio: 8 a processo per la Torre di via Stresa

A Milano è stato avviato il processo che coinvolge otto persone, tra imprenditori, progettisti, tecnici e funzionari comunali, accusate di abuso edilizio e lottizzazione abusiva nella costruzione della Torre Milano, un grattacielo residenziale di 24 piani situato in via Stresa. La decisione è stata presa dal giudice Teresa De Pascale, accogliendo la richiesta della Procura. Il processo inizierà l’11 aprile 2025 presso la settima sezione penale, segnando il primo caso di questo genere a Milano.

Le accuse
Secondo i pm, il progetto è stato erroneamente presentato come una “ristrutturazione edilizia” invece di una “nuova costruzione,” consentendo così di beneficiare di vantaggi urbanistici ed economici in deroga alla normativa. Il grattacielo, alto 82 metri, è stato realizzato senza il piano urbanistico attuativo obbligatorio per edifici di tali dimensioni. Ciò avrebbe violato i limiti di legge su densità, altezza e distanza tra edifici, compromettendo il paesaggio urbano e senza prevedere adeguati spazi verdi o parcheggi, nonostante il carico urbanistico stimato per 102 appartamenti e 320 abitanti.

La Procura sostiene inoltre che, grazie a una segnalazione certificata di inizio attività (Scia) del 2018, la costruzione ha procurato un vantaggio economico significativo ai privati, aumentando i volumi edificati in modo illecito.

Le difese degli imputati
I legali degli imputati hanno definito il processo inutile e affermano che le imprese coinvolte si sono semplicemente conformate alle indicazioni politico-amministrative del Comune di Milano. Secondo gli avvocati, non vi è stata alcuna intenzione dolosa o sistema illecito e i rapporti tra pubblico e privato avrebbero portato benefici alla città.

Un contesto più ampio
La Torre Milano non è l’unico progetto finito sotto indagine. Altri cantieri, come la torre Hidden Garden in piazza Aspromonte e le Park Towers vicino al Parco Lambro, sono stati oggetto di attenzione per presunte irregolarità. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha riconosciuto che almeno 150 cantieri nella città presentano caratteristiche simili a quelle sotto inchiesta.