
Milano – Chiesti i domiciliari per le archistar Stefano Boeri e Zucchi. La situazione
Milano – Chiesti i domiciliari per le archistar Stefano Boeri e Zucchi
L’indagine condotta dalla Procura di Milano ha portato alla richiesta degli arresti domiciliari per gli architetti di fama internazionale Stefano Boeri e Cino Zucchi, accusati di turbativa d’asta e falso in relazione al concorso di progettazione per la Beic (Biblioteca Europea di Informazione e Cultura), che dovrebbe essere realizzata entro il 2026 nella zona di Porta Vittoria a Milano. Le indagini sono scaturite nel 2023 dalla denuncia di un architetto al proprio Ordine e si sono focalizzate su presunti conflitti di interesse e collusioni tra membri della commissione giudicatrice e partecipanti al concorso.
Gli inquirenti hanno individuato prove di contatti tra i commissari, inclusi Boeri (presidente della commissione) e Zucchi, e alcuni concorrenti, tra cui Pier Paolo Tamburelli, progettista del team vincitore e socio dello Studio Baukhu. Tamburelli avrebbe avuto un ruolo determinante nel pilotare la gara ed era in stretti rapporti con Boeri durante e prima dell’assegnazione del progetto. Tra le prove raccolte figurano messaggi WhatsApp e Telegram successivamente cancellati da Boeri e riferimenti a incontri avvenuti, come quello tra Boeri e Tamburelli la sera precedente la proclamazione del vincitore.
Il giudice per le indagini preliminari (gip), Luigi Iannelli, ha già escluso il rischio di inquinamento probatorio ma dovrà ora valutare il pericolo di reiterazione del reato. Gli interrogatori previsti per il 4 febbraio, in base alla riforma Nordio, decideranno l’eventuale applicazione dei domiciliari per Tamburelli e misure interdittive per altri architetti coinvolti, tra cui Angelo Lunati e Giancarlo Floridi, anch’essi nel team vincitore. Il gip ha respinto richieste di sequestri per oltre 5 milioni di euro e misure interdittive per Manuela Fantini e Andrea Caputo, classificatosi terzo al concorso.
Le accuse si basano su elementi che evidenziano una rete di contatti e accordi tra i partecipanti alla gara e i commissari. Tra le comunicazioni intercettate vi è una chat di gruppo chiamata “Viale Molise”, nome della strada dove sorgerà la Beic, che includeva alcuni degli indagati. In aggiunta, sono state individuate conversazioni allusive e ironiche, come quelle contenenti immagini di denaro e riferimenti a collusioni.
Stefano Boeri si è detto “sorpreso e molto turbato” dalla richiesta d’arresto, sottolineando la sua volontà di chiarire la propria posizione davanti al giudice. La Fondazione Beic ha ribadito piena fiducia nell’operato della Commissione presieduta da Boeri, così come nella magistratura, auspicando che la vicenda giudiziaria dimostri la trasparenza del processo.
L’indagine coinvolge anche altri attori del concorso, e gli inquirenti sottolineano come alcuni contatti tra professionisti famosi e colleghi durante l’iter di gara non siano giustificabili con normali interazioni professionali.