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29/02/2024
Milano – La Corte dei Conti stronca Milano-Cortina: fra ritardi, varianti a rischio, spese altissime e sprechi
Milano – La Corte dei Conti stronca Milano-Cortina: fra ritardi, varianti a rischio, spese altissime e sprechi
E’ la Corte dei Conti del Veneto ad aver sollevato due questioni chiave riguardo all’organizzazione delle Olimpiadi Milano Cortina 2026 e alla realizzazione della pista da bob, entrambe già gravate da costi e ritardi significativi.
Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 a Venezia, i rappresentanti della Corte hanno evidenziato criticità nell’organizzazione dei Giochi. In particolare, si è sottolineato un preoccupante ritardo nelle attività della Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico), responsabile della costruzione delle opere olimpiche, e la mancanza di chiarezza nei progetti delle varianti di Cortina e Longarone.
Una “confusione” che rischia di compromettere la realizzazione delle infrastrutture necessarie entro i tempi prestabiliti per i Giochi. Inoltre, la Corte ha evidenziato le spese incerte e gli introiti non definiti della Fondazione Milano Cortina, responsabile dell’organizzazione delle Olimpiadi.
“La Corte veneta allarga lo sguardo a Fondazione Milano Cortina, che si occupa dell’organizzazione delle Olimpiadi – informa Il Fatto Quotidiano – ” denunciando spese certe e introiti indefiniti. “Essa risente ancora della mancata costituzione del Consiglio Olimpico Congiunto, che dovrebbe dettarne le linee di indirizzo e, da un punto di vista finanziario, continua ad operare sulla base di linee di credito, con l’effettuazione di spese, che costituiscono debiti certi e che si sono notevolmente incrementate (nonostante l’asserita opera di rivisitazione dei costi), a fronte di entrate sulle quali permane un certo margine di incertezza, anche e soprattutto sull’entità”.
Un secondo punto di preoccupazione riguarda la mancata realizzazione della nuova pista da bob.
” Il secondo faro – aggiunge Il Fatto – “è stato acceso dal procuratore regionale Ugo Montella. Nella relazione spiega che è in corso “un’istruttoria relativa alla mancata realizzazione della nuova pista da bob, skeleton e slittino ‘Eugenio Monti’”, con “un danno da quantificare”. Dietro la laconicità delle parole si nasconde una conferma. Il faro della Procura era stato acceso a ottobre, dopo la presentazione di un esposto da parte di Luana Zanella, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. Un paio di settimane prima il presidente del Coni Giovanni Malagò aveva annunciato al Comitato Olimpico Internazionale che l’Italia rinunciava a fare la pista, non avendo trovato costruttori, dopo due aste deserte. Era emerso che Simico, la Regione Veneto e altri enti interessati avevano già speso parecchi milioni di euro per una pista che sembrava cancellata. Ad esempio un video costato 40mila euro, che mostrava come sarebbe stata la nuova pista, era diventato inutilizzabile. A dicembre è intervenuto il ministro Salvini, facendo preparare un piano ridotto, ma con lo stesso impegno di 81,6 milioni di euro per i lavori e una spesa complessiva di 124 milioni. Una corsa disperata. A gennaio è stato trovato un costruttore (gruppo Pizzarotti) e il cantiere è stato appena aperto, ma i lavori non sono neppure partiti. Quindi la pista si dovrebbe fare, ma potrebbe non servire per le Olimpiadi, se non riuscirà a superare il pre collaudo fissato tra appena un anno. Il riferimento del procuratore Montella dimostra come i giudici contabili siano interessati all’esito del balletto della politica attorno alla “Eugenio Monti”. E sono pronti a presentare il conto per eventuali sprechi di denaro pubblico”.
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