Territorio

01/03/2024

Motori – Altre case cinesi vogliono produrre auto in Italia – Da Chery a Geely, puntano a crescere in Europa

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Non solo Byd, anche altre case cinesi voglio produrre auto in Italia – Da Chery a Geely, interessate a crescere in Europa

Diverse case automobilistiche cinesi, insieme a Toyota, sono interessate a produrre auto in Italia. Byd ha avviato colloqui con il governo, anche se ha scelto l’Ungheria per la sua prima fabbrica in Europa.

Altre case cinesi come Chery, Geely, Mg e Great Wall Motors sono tutte interessate a crescere in Europa per evitare dazi sulle importazioni. Il ministro Urso ha confermato i contatti con queste case automobilistiche, mentre esperti considerano l’attrazione di Toyota come la migliore soluzione per l’Italia, dato il suo legame con la filiera italiana e il suo accordo con Stellantis per la produzione di veicoli commerciali ad Atessa.

“Fra gli addetti ai lavori – spiega infatti il Corriere della sera – ” circolano i nomi di altri quattro gruppi cinesi, a vario titolo collegati al Paese e intenzionati a crescere in Ue con una presenza produttiva locale. Chery, che già fornisce i componenti poi assemblati dalla molisana Dr Motor. Geely, il conglomerato che controlla la casa svedese Volvo, il marchio Lynk & Co e il costruttore britannico Lotus, già in passato autore di alcuni carotaggi preliminari nella Motor Valley emiliana. L’inglese Mg, controllato dal colosso Saic e proprietario di Mg, primo marchio «cinese» per vendite in Italia (oltre 30 mila nel 2023). Il gigante Great Wall Motors, che ha da poco lanciato l’offensiva nella Ue, e in Italia, con i brand Ora e Wey”.

Ma il rapporto fra la filiera italiana e i costruttori cinesi è ancora tutto da costruire.

“Gran parte delle case di Pechino – aggiunge il Corriere – ” si appoggia al momento alla filiera domestica dell’elettrico e alcuni come Byd producono «in proprio» l’80% dei componenti delle loro auto, con ben pochi benefici per l’indotto. Ecco perché, fra gli esperti, si considera che la migliore delle soluzioni per l’Italia sarebbe quella di attrarre Toyota. Il colosso giapponese, infatti, conosce bene il mercato e la qualità della filiera italiana perché già produce veicoli commerciali nel polo di Atessa grazie a un accordo proprio con Stellantis. La presenza di più produttori automobilistici in Italia è vista come un rafforzamento della filiera automobilistica, che fornisce componenti significativi non solo a Stellantis, ma anche ad altre case automobilistiche estere”.

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