Territorio
29/04/2023
Chi sono gli Hikikomori, le persone che “si ritirano dal mondo” – Il fenomeno è in crescita anche in Italia: lo studio
Hikikomori, le persone che “si ritirano dal mondo” – Il fenomeno è in preoccupante crescita, i dati
“Hikikomori” è termine giapponese che significa “stare in disparte”. Indica coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, anche per anni.
Generalmente restano chiusi nella propria abitazione ed evitano qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, anche con i familiari.
Il fenomeno si sta diffondendo anche in Italia. Nel nostro Paese i ragazzi che si identificano in questa condizione sono almeno 54 mila.
Le caratteristiche di questa sindrome
“Questa condizione – spiega il sito Geopop.it che ha realizzato un interessante studio sul tema- “è stata individuata per la prima volta in Giappone: qui ha colpito un numero tale di persone da diventare una questione sociale di grande rilevanza per il Paese. Alcune stime del governo giapponese parlano addirittura di 1 milione di individui che ad oggi vivono questa condizione. Questo dato è purtroppo destinato a crescere poiché l’hikikomori rappresenta una problematica a forte rischio di cronicizzazione.
Il Ministero della Salute giapponese ha individuato alcune caratteristiche e sintomi specifici che identificano gli hikikomori:
isolamento tra le mura di casa;
totale mancanza di interesse verso le principali attività “fuori casa” (per esempio uscire con gli amici, andare a lavoro);
ritiro sociale non inferiore ai sei mesi;
nessuna relazione esterna mantenuta con compagni o colleghi.
Il fenomeno soprattutto negli ultimi anni è in crescita, anche in Italia (come studiato e ricercato dall’Associazione Nazionale Hikikomori Italia), e riguarda in particolare persone che hanno queste caratteristiche:
giovani tra i 14 e i 30 anni;
estrazione sociale medio-alta;
sesso maschile (nel 90% dei casi);
figli unici;
altre caratteristiche che riguardano l’estrazione e l’origine familiare: ne sono particolarmente colpiti i ragazzi provenienti da famiglie scolarizzate (con entrambi i genitori laureati) dove soprattutto il padre riveste un ruolo sociale di grande prestigio (per esempio ha una carica lavorativa dirigenziale), poco presente a casa e con pochi scambi emotivi e interattivi con il figlio”.
Quali sono le cause che portano ad essere un hikikomori?
Il sito geopop.it indica le principali:
“Motivi caratteriali: gli hikikomori sono ragazzi particolarmente sensibili, introversi e introspettivi. Questo loro temperamento rende difficoltoso instaurare rapporti interpersonali e affrontare con efficacia alcune situazioni difficoltose.
Motivi familiari: tra le ipotesi più accreditate l’assenza emotiva del padre e l’eccessivo attaccamento con la madre.
Cause scolastiche: la scuola è vista come un luogo particolarmente competitivo, di confronto con gli altri e dove non mancano episodi di bullismo. Per questo motivo il rifiuto della scuola è uno dei primi campanelli d’allarme dell’hikikomori.
Cause sociali: gli hikikomori sperimentano una forte ansia sociale, dovuta dalla pressione di doversi realizzare nella società, essere vincenti e rispettare standard elevati
Spesso i soggetti hikikomori presentano la combinazione di più situazioni critiche. La crescente difficoltà e demotivazione del soggetto nel confrontarsi con la vita sociale, lo porta a un vero e proprio rifiuto della stessa. Queste persone, quindi, sperimentano una forte ansia da pressione sociale e faticano a relazionarsi con gli altri nella società.
Un altro elemento che anche nella cultura di massa caratterizza gli hikikomori è l’utilizzo del pc e di internet, tanto da confondere il fenomeno con una dipendenza da internet o da videogiochi. Più volte questa visione è stata contestata: la dipendenza da internet viene spesso indicata come una delle principali cause dietro l’esplosione del fenomeno, ma non è così. Come riportato dall’Associazione Nazionale Hikikomori Italia, infatti, essa va vista più che altro come una possibile conseguenza dell’isolamento, non una causa”.
I casi in Italia
“Anche in Italia l’attenzione nei confronti del fenomeno hikikomori sta aumentando – spiega Geopop.it – ” ribaltando la percezione iniziale nei confronti di questa condizione. Erroneamente si pensava, infatti, che l’hikikomori fosse una sorta di “sindrome culturale” legata al paese nipponico e alla sua peculiare cultura. In realtà gli esperti ci parlano di un disagio adattivo sociale che riguarda tutti i Paesi economicamente sviluppati del mondo. Secondo un recente studio condotto dopo il periodo Covid dal CNR, insieme al Gruppo Abele, si stima che in Italia gli Hikikomori potrebbero essere circa 50.000″.
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