A Milano solo il 30% delle scuole è progettata secondo criteri antisismici.

12/11/2021

La condizione dell’edilizia scolastica e la sfida del Pnrr è il collegamento fatto da uno degli ultimi studi di Openpolis che ha appena scattato una fotografia inquietante della situazione delle strutture scolastiche in Italia.

La classifica delle Regioni

Ricerca, quella della Fondazione, che fa focus anche solo sugli edifici con progettazione antisismica nelle zone più a rischio  e le regioni con più scuole progettate in tal senso si trovano in Friuli Venezia Giulia (dove sono quasi il 60% del totale). Medie che variano ampiamente sul territorio, se osservate comune per comune. Rispetto alla vetustà degli edifici, tra le città maggiori spicca il dato di Torino (42,5%), seguita da Genova (37%) e Milano (29,2%). I tre maggiori capoluoghi dell’Italia nord-occidentale sono anche le città con maggiore incidenza di edifici vetusti. Questi costituiscono invece meno del 10% del patrimonio edilizio scolastico a Catania (8,4%), Roma (6,6%), Napoli (1,2%) e Firenze (0,7%).

Edilizia scolastica

L’emergenza Covid ha messo a nudo criticità latenti da anni per il sistema educativo. E l’edilizia scolastica è in qualche modo la cartina al tornasole di questo tipo di problemi di lungo periodo. La necessità di dover ripensare e riadattare spazi per consentire un ritorno in sicurezza si è dovuta infatti confrontare, in ogni comune, scuola per scuola, con la situazione reale di ciascun territorio. Ad esempio con il fatto che – prima della pandemia, in base ai dati relativi al 2018 – quasi il 18% degli edifici scolastici era classificato come vetusto. Sempre in quell’anno, circa il 13% risulta progettato (o adeguato successivamente) alla normativa tecnica di costruzione antisismica. Quota che comunque si attesta attorno al 25% anche tra i comuni in zona sismica 1, quella considerata a maggior rischio. Infine quasi un edificio scolastico su 20, in media, ricade in un’area soggetta a vincolo idrogeologico. Con punte che oltrepassano il 10% in Umbria e Liguria.

I soldi del Pnrr

Il potenziamento del patrimonio edilizio delle scuole incrocia una serie di misure all’interno del Pnrr. In primo luogo, va segnalato l’investimento “1.1”, contenente il piano da 800 milioni per la sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica. Un intervento che mira a “sostituire progressivamente il patrimonio scolastico obsoleto”. Con l’obiettivo di aumentare la sicurezza dal punto di vista sismico, ridurre i consumi energetici e migliorare gli ambienti scolastici. Sono 195 gli edifici scolastici coinvolti nel piano di sostituzione e riqualificazione, per un totale di 410mila mq e 58mila studenti.

Fino al 2026

Più ampia la portata del piano per la messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica (investimento 3.3). Questo si avvale di uno stanziamento da 3,9 miliardi complessivi tra 2021 e 2026, la cui allocazione avrà come obiettivo prioritario le aree svantaggiate del paese. Risorse destinate al miglioramento della classe energetica degli edifici scolastici (per ridurre i consumi e le emissioni di anidride carbonica), nonché all’aumento della sicurezza strutturale delle scuole.

I numeri

Sono 2,4 mln la superficie (in mq) di edifici scolastici coinvolta nel piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica. Vanno inoltre segnalate anche altre misure di cui ci siamo occupati in precedenza, come la riqualificazione delle mense e delle palestre e il piano scuola 4.0. Iniziative pensate per potenziare l’offerta didattica su vari fronti, come tempo pieno, sport ed educazione digitale. E che, per essere concretizzate, dovranno necessariamente basarsi su interventi di natura strutturale sull’edilizia scolastica.

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