Russia in recessione, le sanzioni stanno funzionando? Lo studio di ISPI, Istituto di Politica Internazionale

18/11/2022

Russia, le sanzioni stanno funzionando? Lo studio di ISPI, Istituto di Politica Internazionale

Nel terzo trimestre del 2022 il Pil russo si è contratto del 4%. L’economia russa è entrata  ufficialmente in recessione, dopo il secondo semestre consecutivo in negativo. Ma il rallentamento economico del paese resta comunque inferiore alle aspettative di inizio guerra.

Il Fondo monetario internazionale (Fmi), fino a pochi mesi fa,  attendeva una contrazione dell’economia russa  dell’8,5% quest’anno. Ora Fmi ha rivisto le stime al ribasso, soltanto ad -3,5%.

Le sanzioni occidentali stanno funzionando? La risposta arriva da Ispi, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale: ” A sostenere l’economia russa sono stati principalmente gli alti prezzi dell’energia. Malgrado il crollo delle esportazioni di gas verso l’Ue (-60% quest’anno rispetto al 2021) e il forte sconto sul petrolio (venduto con uno spread fino a -35$ sul Brent – il petrolio di riferimento europeo), quest’anno il Cremlino potuto contare su quasi 300 miliardi di entrate da combustibili fossili, una cifra persino più elevata degli anni precedenti.

Un risultato, quello sull’export, che nasconde i profondi problemi interni. Con circa un migliaio di aziende occidentali che hanno lasciato il Paese, e in assenza di fornitori alternativi per la propria industria autoctona, l’economia russa si trova già oggi a corto di componenti essenziali. E mentre decine di migliaia di persone si sono dovute arruolare (o sono fuggite), l’isolamento dai mercati finanziari e dai capitali occidentali renderà sempre più difficile trovare nuove fonti di finanziamento”.

La situazione economica, e finanziaria, dunque,  non vedrà un ripresa nel breve periodo.

“C’è un modo diverso, e migliore, per misurare l’effetto di guerra e sanzioni sull’economia russa – conclude Ispi, nel suo ultimo studio – ” Gli stessi dati del Fmi, se riletti, raccontano infatti una storia molto diversa: quest’anno la Russia ha già perso il 6% del PIL rispetto alle aspettative pre-crisi, ed entro il 2024 l’economia del Paese potrebbe essere ancora più piccola di oggi (-11%). Un segnale che gli effetti maggiori di guerra e sanzioni si vedranno solo nei prossimi anni. A preoccupare non è tanto l’impatto delle sanzioni sulla Russia, quanto l’effetto boomerang sulle economie occidentali. Anche se verosimilmente sarà Mosca a subire il rallentamento peggiore, la guerra commerciale avrà forti ripercussioni anche sulle economie europee. E anzi, contrariamente alle aspettative, gli stessi Stati Uniti potrebbero rallentare addirittura più della Germania (-3,5% nel solo 2022)”.

Ecco la tabella pubblicata da ISPI

 

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