
Buona questa birra, ha un sapore particolare… si, è fatta con il pane!

È proprio vero che con il pane si può fare proprio di tutto, anche la birra, nello specifico la birra a marchio Biova. Lo hanno dimostrato Emanuela Barbano e Franco Dipietro, che nel 2018 hanno avuto l’illuminazione per la loro start up. Grazie alle loro esperienze personali con una onlus, hanno visto con i loro occhi quanto pane venisse purtroppo buttato a fine giornata. Spesso infatti anche il pane che veniva donato e intercettato presso supermercati ed esercizi, non trovava posto nelle mense o in altre destinazioni, perché ne avevano a sufficienza oppure non sapevano come e dove conservarlo. Insomma, dover gettare via chili e chili di pane era un vero peccato.
Emanuela e Franco si sono così chiesti come poterlo impiegare, in modo magari alternativo per dargli nuova vita ed evitare così uno spreco incredibile. I due intuiscono le potenziali di farne una birra grazie all’ispirazione della Toast Ale inglese. Si mettono così di impegno e decidono di unire creatività e economicità in un nuovo modello di business, sostenibile anche a livello sociale e ambientale. Si sono fatti aiutare da un mastro birraio per comporre le ricette e definire i dettagli pratici, d’altronde nella vita precedente loro facevano tutt’altro e si occupavano di comunicazione. Per la sua ricetta milanese Biova utilizza di 150 kg di pane secco ogni 2.500 litri.
Il modello Biova è semplice, circolare ed efficace: raccolgono il pane secco e realizzano il prodotto in diversi birrifici artigianali diffuso sul territorio italiano. Il pane, nel dettaglio, va a sostituire fino al 30% di malto d’orzo rispetto alla ricetta tradizionale equivalente.
Per ora, stanno puntando sulla città di Milano, tant’è che le prime tre birre che propongono si chiamano come le tre metro storiche: la Rossa, la Verde e la Gialla. Se continuano così, a breve varcheranno sicuramente anche altri confini!
E.F.M.
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