Harris contro Trump – Milioni di Americani alle urne: come si vota e i temi dei candidati. La Guida alle elezioni USA

30/10/2024

Harris contro Trump – Milioni di Americani alle urne: come si vota e i temi dei candidati

Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 2024 sono fissate per il 5 novembre e vedranno contrapporsi Kamala Harris per i Democratici e Donald Trump per i Repubblicani. In una nazione caratterizzata da un’elevata polarizzazione, la campagna elettorale sta mettendo in luce due visioni radicalmente differenti per il futuro degli Stati Uniti e la loro posizione nel contesto internazionale. Gli americani sceglieranno non solo il presidente, ma anche i rappresentanti al Congresso, eleggendo tutti i membri della Camera e 34 del Senato.

Il sistema elettorale statunitense prevede che il presidente non venga eletto direttamente dai cittadini, ma attraverso i voti dei 538 grandi elettori, distribuiti tra gli stati in base alla popolazione.

Per vincere, un candidato deve ottenere almeno 270 voti elettorali. Questo significa che, come già accaduto in passato, il candidato con il maggior numero di voti popolari potrebbe comunque perdere se non conquista abbastanza voti elettorali.

Le posizioni di Harris e Trump variano significativamente su temi chiave come economia, immigrazione, clima, commercio e politica estera. Harris è favorevole a politiche che supportino il welfare e l’energia verde, mentre Trump propone tagli alle tasse e incentivi per l’industria tradizionale americana. In politica estera, Trump promuove un approccio isolazionista, riducendo il coinvolgimento degli Stati Uniti in conflitti internazionali e promettendo meno supporto militare all’Ucraina, con un focus particolare sulle relazioni con Israele e la NATO. Harris sostiene, invece, una linea simile all’amministrazione Biden, supportando le alleanze internazionali, incluso il sostegno all’Ucraina e una posizione equilibrata sul conflitto in Medio Oriente.

Ecco i maggiori temi di scontro fra i due candidati, pubblicati nell’ultimo studio di Ispi, Istituto per gli Studi di economia Internazionale

“Economia
Se entrambi i candidati sono d’accordo che l’economia sia la priorità assoluta in queste elezioni, l’approccio che propongono è molto diverso. Donald Trump, nel sito della sua campagna, riporta 20 promesse: tra queste, quella di ridurre drasticamente l’inflazione e rendere di nuovo l’America “accessibile a tutti”. L’inflazione dal picco del 2022 è calata drasticamente, ma rimane una preoccupazione di punta tra i cittadini.
Kamala Harris, invece, punta su politiche a sostegno delle famiglie lavoratrici, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze. Tra le proposte, ci sono l’espansione del welfare, come l’assistenza all’infanzia, e maggiori investimenti in energia verde per creare posti di lavoro e affrontare il cambiamento climatico.
+
Tasse
Trump è a favore di radicali tagli fiscali, sulla scia di quelli già portati avanti dalla sua amministrazione nel 2017, soprattutto a beneficio delle aziende e dei ceti più abbienti. Il candidato Repubblicano propone ulteriori riduzioni delle imposte sulle imprese. Harris sostiene invece un aumento delle tasse sui redditi più alti per finanziare programmi sociali come l’istruzione e la sanità. Si è impegnata inoltre a rivedere le agevolazioni fiscali per le grandi imprese introdotte dal suo rivale quando era presidente.
Commercio
Trump è noto per le sue politiche protezioniste, tra cui l’imposizione di tariffe sui beni importati, in particolare dalla Cina, per proteggere le industrie americane e promuovere la produzione nazionale. Vorrebbe introdurre nuove tariffe su molti beni stranieri. Harris, invece, ha posizioni più miti e aperte al commercio globale, con regole che tutelino i diritti dei lavoratori e l’ambiente.

Immigrazione
È uno dei temi più divisivi. Trump promette di completare il muro al confine con il Messico e avviare le deportazioni di massa degli immigrati irregolari. Tra le sue proposte quella di bloccare l’accesso alla cittadinanza ai figli di immigrati irregolari.
Harris porta avanti una visione agli antipodi, promuovendo una riforma delle leggi sull’immigrazione che offra percorsi verso la cittadinanza per gli immigrati irregolari. È favorevole al rafforzamento delle frontiere, ma senza le misure drastiche di Trump.

Aborto
Anche in questo caso si tratta di un tema fortemente polarizzante, dopo l’abolizione del diritto costituzionale all’aborto nel 2022 tramite la cancellazione della sentenza Roe v.Wade da parte della Corte Suprema. Trump ha una posizione ambigua. Sebbene in passato abbia sostenuto le restrizioni, recentemente ha criticato le leggi più severe, come il divieto all’aborto dopo le sei settimane in Florida. Rimane inoltre contrario all’introduzione di un divieto nazionale. Harris sostiene con forza il diritto all’aborto e ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale. Ha promesso di lottare per il ripristino delle protezioni a livello federale e si è opposta alle restrizioni imposte da molti stati dopo la sentenza della Corte Suprema nel 2022.

Politica estera
In un mondo costellato da crisi internazionali, la politica estera si è ritagliata uno spazio importante nel dibattito. Trump si dice da sempre favorevole a una politica isolazionista in ambito estero, che metta fine al ruolo degli Stati Uniti come garanti del sistema internazionale. Sostiene una riduzione degli aiuti militari all’Ucraina e ha promesso di porre fine alla guerra “entro 24 ore” negoziando con la Russia. Ritiene poi che tutti i paesi membri della NATO che non spendono almeno il 2% del PIL in difesa dovrebbero perdere le tutele dell’alleanza transatlantica. Per quanto riguarda l’escalation in corso in Medio Oriente, Trump è un fermo sostenitore di Israele, ma ha anche criticato alcune delle sue azioni durante la guerra contro Hamas.
Le posizioni di Harris sono per lo più in continuità con l’amministrazione Biden: sostegno militare all’Ucraina contro l’aggressione russa e impegno degli Stati Uniti nelle alleanze globali, in primis la NATO. Sul conflitto in Medio Oriente, anche Harris è una sostenitrice di lunga data di Israele. Rispetto a Trump, però, ha espresso maggiori preoccupazioni per i diritti dei palestinesi e ha sottolineato l’importanza di trovare una soluzione a due stati. È favorevole al continuo sostegno militare a Israele, ma insiste sulla necessità di rispettare i diritti umani.
Su una cosa entrambi i candidati si trovano abbastanza d’accordo: la necessità di contenere l’ascesa cinese. Trump sostiene un approccio più duro, con la promessa di proteggere i lavoratori e la produzione degli Stati Uniti dalla competizione sleale della Cina, puntando a ridurre l’ampio deficit commerciale di Washington con Pechino. Lo stesso vale per Harris, che ha mostrato però a parole un posizionamento più morbido, anche rispetto al presidente Joe Biden. Critica la Cina per le violazioni dei diritti umani e le distorsioni prodotte nell’economia globale, ma non chiude alla cooperazione su temi di interesse comune, come il cambiamento climatico.

Cambiamento climatico
Trump si è sempre opposto alle politiche e alla cooperazione per far fronte al cambiamento climatico, etichettate come limiti alla produzione e alla crescita economica. Anche questa volta, infatti, la promessa è di ridurre le regolamentazioni, in particolare per supportare l’industria automobilistica americana. Harris invece è fortemente impegnata nella lotta contro il cambiamento climatico, proponendo ambiziosi investimenti nelle energie rinnovabili e politiche per ridurre le emissioni di carbonio. Cionostante, da quando è stata nominata come candidata democratica alla presidenza, le politiche ambientali sono finite ai margini della sua campagna”.

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