
In Italia l’evasione fiscale Iva si è dimezzata (ma restiamo il Paese peggiore in Europa) – I dati

In Italia l’evasione fiscale Iva si è dimezzata (ma restiamo il Paese peggiore in Europa)
Dati positivi emergono dal Rapporto 2023 sull’Economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Secondo l’ultimo Rapporto l’evasione dell’IVA in Italia è diminuita drasticamente dal 2016 al 2021.
In questi cinque anni, l’ammontare di IVA evasa è passato da 35 miliardi di euro a 18 miliardi, con una riduzione del 51%. Questo calo è dovuto principalmente a tre misure chiave: Split Payment, introdotto e ampliato nel 2017; Reverse Charge, un meccanismo contabile adottato nel 2018; Fatturazione elettronica, implementata a partire dal 2019.
Un altro fattore che ha contribuito alla diminuzione dell’evasione IVA è stata la pandemia del 2020, che ha provocato un drastico calo dei consumi nei settori con maggiore propensione all’evasione, come i ristoranti e i servizi. Inoltre, l’aumento dei pagamenti digitali ha avuto un ruolo significativo: tra il 2019 e la fine del 2021, la quota dei pagamenti digitali sul totale dei consumi è aumentata di circa 10 punti percentuali, passando dal 30% al 40%.
Nonostante questi progressi, l’Italia resta il paese europeo con il maggior valore assoluto di IVA evasa, superando nazioni come Francia, Germania e Spagna.
Se si considera l’IVA evasa in proporzione a quella dovuta (cioè il VAT Gap), l’Italia non è al primo posto, ma si colloca al quinto, dietro a Romania, Malta, Grecia e Lituania. Anche su questo fronte, i risultati sono in miglioramento: tra il 2020 e il 2021 il VAT Gap italiano è diminuito del 10%.
L’Italia, quindi, deve ancora compiere passi significativi per ridurre ulteriormente l’evasione fiscale.