
L’Italia in netto ritardo nella spesa del PNRR – Speso solo il 27%, rischiamo di perdere un’occasione unica. Ecco perché

L’Italia in netto ritardo nella spesa del PNRR: speso solo il 27% – Rischiamo di perdere un’occasione unica
L’Italia si trova in una situazione di ritardo nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), avendo speso finora solo 53,5 miliardi di euro, ovvero il 27,5% delle risorse totali previste, che ammontano a 194,4 miliardi di euro. Questo dato è preoccupante, dato che l’intero importo dovrà essere speso entro la fine del 2026.
Particolarmente allarmante è la spesa effettiva per il 2024: a fronte di un obiettivo di 43,96 miliardi di euro, finora sono stati spesi soltanto 8,93 miliardi, il che rappresenta appena il 20% del target annuale. Le difficoltà non riguardano un settore specifico, ma si estendono a tutte le sette missioni del PNRR.
In particolare, alcune aree risultano essere particolarmente in ritardo, come informa ilpuntoeconomico.it:
Transizione ecologica: solo il 10,6% delle risorse previste è stato speso;
Inclusione e coesione sociale: 14,1%;
Digitalizzazione e Pubblica Amministrazione: 14,8%;
Salute: 22,3%.
Altre missioni stanno progredendo meglio, anche se restano lontane dal completamento:
Istruzione e ricerca: 35,5%;
Infrastrutture per la mobilità sostenibile: 33,6%.
I ritardi nell’attuazione del PNRR sono attribuibili a una serie di problemi strutturali che affliggono da tempo l’Italia. Tra questi:
Burocrazia lenta e complessa, che rende difficoltoso ottenere le necessarie autorizzazioni e permessi in tempi rapidi;
Carenza di personale qualificato nelle amministrazioni, soprattutto a livello locale, dove mancano figure professionali con le competenze necessarie per gestire in modo efficace i fondi europei;
Frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni e Comuni, con sovrapposizioni di ruoli che creano confusione e una mancanza di coordinamento efficiente.
Questi ostacoli storici, già noti per aver rallentato in passato l’utilizzo dei fondi europei, stanno ora mettendo a rischio la piena realizzazione del PNRR, minando la possibilità di sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea.